mercoledì 26 luglio 2023
Le bufere al Nord e il caldo africano al Centro-Sud minano la narrazione politico-mediatica di destra che minimizza la crisi climatica. La preoccupazione di Pichetto Fratin, Musumeci e Fontana.
Milano, zona Parco Sempione, alberi crollati sulle auto parcheggiate

Milano, zona Parco Sempione, alberi crollati sulle auto parcheggiate - Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

Il Nord flagellato da bufere di vento e grandinate che sfondano tetti e parabrezza. Il Centro-Sud arrostito da temperature sopra i 40°. Gli italiani sperimentano sulla pelle una crisi climatica sempre più preoccupante. Che mette a dura prova la narrazione - minoritaria nel mondo scientifico ma agguerrita nel campo politico e mediatico - di chi minimizza il riscaldamento globale o le sue cause umane. Un filone culturale diffuso soprattutto a destra, ma che ora sembra messo in discussione anche da esponenti di governo. Almeno nelle dichiarazioni.

In Europa da tempo la destra liquida il cambiamento climatico come «una bufala». Per il partito spagnolo Vox, quello per cui Giorgia Meloni ha tifato fino all’ultimo, il movimento ambientalista è «un complotto globalista contro la sovranità nazionale e la prosperità». La stessa premier italiana in campagna elettorale aveva parlato di «fondamentalismo ecologico» accusando la sinistra di volere una transizione ecologica «ideologica e minacciosa per l’economia».

Ora i fenomeni estremi stanno smussando queste posizioni. Lo stesso ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che in passato aveva definito gli ambientalisti «talebani del green», nei giorni scorsi ha ammesso: «È un caldo senza precedenti, abbiamo bisogno di mitigazione, decarbonizzazione, adattamento». L’altroieri tentava un approccio salomonico: «Fenomeni ciclici, come sostengono i cosiddetti negazionisti? Solo colpa dell’uomo, come pensano i catastrofisti? Il dibattito lo lasciamo ai tecnici - diceva - il compito del Governo è mettere in campo politiche di mitigazione e adattamento».

Anche per il ministro della Protezione civile Nello Musumeci sul cambiamento climatico «si può e si deve fare di più: tropicalizzazione e desertificazione sono realtà oggi anche in Italia». Parole di grande preoccupazione per l’emergenza climatica arrivano anche dal presidente della Camera: «Quello che sta succedendo è sconcertante - dice Lorenzo Fontana - è stata colpita anche la mia città, abbiamo avuto feriti, lutti, e vedere queste grandinate che distruggono i nostri territori ci deve far riflettere su diverse questioni, in particolare su quella climatica».

Timidi segnali di ravvedimento operoso, subito impallinati dal fuoco amico. Il ministro dell’Ambiente è stato subito stigmatizzato da La Verità di Maurizio Belpietro: «Anche Pichetto Fratin si lascia imporre i dogmi ambientalisti». Sì, perché se tra chi governa sembra farsi spazio qualche ripensamento, i giornali di destra mantengono una sicurezza granitica. Sulle prime pagine de La Verità delle ultime settimane si parla di «Ecofanatici», «Brigate Caldo», «Indottrinamento green», «Le menzogne sul clima la nuova fede degli ecocomunisti», «Catastrofisti» che «stanno replicando col clima il metodo usato per il Covid».

Stessi toni su Libero, che il 19 luglio titolava: «I terroristi del clima: la sinistra usa dati falsi per enfatizzare l’ondata di caldo» con l’obiettivo di «attaccare la Meloni». Proprio il fondatore della testata, Vittorio Feltri, il giorno prima aveva duettato su Rete 4 col giornalista Vittorio Giambruno. Il conduttore della striscia quotidiana Diario del giorno e compagno di vita della Premier constatava: «È il gran giorno del grande caldo torrido e qualcuno si chiede se sia una novità che a luglio si raggiungano queste temperature. Secondo noi non è poi una grande novità», concludeva dando la parola a Vittorio Feltri, ospite in studio: «Gli ecologisti sono dei conformisti che parlano di caldo record - attaccava il fondatore di Libero - ma è così dagli anni ‘80. Il caldo non mi interessa, non sudo».

E Il Giornale ancora il 22 luglio apriva con «Follie estive, il caldo dà la testa». Nel mirino non c’è l’«ecocomunista» di turno, ma il presidente di Confindustria: «Bonomi ultraecologista», perché parla di «emergenza come il Covid». Ieri ancora Il Giornale puntava il dito contro «gli eco talebani all’assalto».

Come il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, che però da tempo definisce chi minimizza il global warming come «negazionisti»: il governo, dice, «è ostinatamente fermo su una politica che alimenta le cause della crisi climatica». Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha creato un neologismo: «È il governo dei climafreghisti», perché «privilegia le energie fossili». Quello che è innegabile è il surriscaldamento del clima mediatico.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI