lunedì 7 ottobre 2013
​Cittadini e istituzuioni in campo contro l'azzardo. Presto il voto in Consiglio comunale e provinciale pre approvare le nuove norme della Regione contro Lombardia contro il gioco compulsivo (di Pierfranco Redaelli)
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In una città di oltre 120mila abitanti, dove gli esercizi pubblici sono alcune centinaia, sono solo sei i bar che espongono la locandina “No Slot”. «Ben si comprende – dice Anna Martinetti dell’associazione “Monza per tutti” – quanto sia importante la giornata di mobilitazione organizzata ieri nella centralissima piazza Trento e Trieste con lo slogan il “bello del bar senza slot”».

Dalle 11,30 alle 14,30 all’interno e all’esterno del “Caffè della Piazza” uno dei bar storici della città, decine di giovani, di famiglie con bambini hanno scelto di divertirsi con i giochi di una volta. Sfide al biliardino, con la dama, con gli scacchi e per grandi e piccini tanta suspense con il mago Lele. «Non è facile convincere i titolari dei bar – aggiunge la Martinetti – a dire no alle macchinette mangia soldi. Il guadagno senza sudore è notevole, ed in un periodo di crisi per molti è una manna».

C’è un altro fattore non meno importante. Diverse società che gestiscono e distribuiscono queste slot machine, sono titolari di altri servizi, quali la sisal, la riscossione di imposte, di bolli auto ed altro. «Accettando di installare i video giochi – dice la Martinetti – si ha una corsia privilegiata per ottenere questi permessi, che altrimenti andrebbero per le lunghe». Particolarmente soddisfatto Gianmarco Bonelli, il titolare di questo bar, da dieci anni in prima fila per cancellare le “macchinette mangia soldi” negli esercizi pubblici.«Non posso accettare che nella speranza di una vincita che non verrà mai, un uomo, intere famiglie possano finire nel baratro, nella disperazione – dice Bonelli –. Per giocare, ci sono i casinò. Credo ancora in esercizi pubblici che sono luoghi di aggregazione, dove, come qui a Monza, si mangia, si beve, ci si diverte». Una dichiarazione la sua, ancor più significativa, se si pensa che il Caffè della Piazza ha le sue vetrine davanti al liceo Zucchi, un istituto scolastico frequentato da centinaia di giovani studenti. «Del resto non è facile mandare avanti la bottega – aggiunge il titolare di un esercizio che ha la sua vetrina poco distante, con le macchinette mangia soldi ben in vista, dove due giovani ed un anziano a ripetizione infilano euro in quella che sperano la magica tacca –. La crisi sta colpendo tutti, anche chi, come me, solo qualche anno fa ha investito i risparmi in un bar che oggi non rende».Un problema questo di Monza e Brianza anche politico. Con la Martinetti erano schierati in piazza consiglieri comunali e provinciali di tutti i partiti presenti in provincia e in comune. Nei prossimi giorni i rispettivi consigli comunali e provinciali dovranno esprimersi su altrettanti ordini del giorno, anche alla luce della recente legge Regionale.

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