giovedì 16 aprile 2020
Per il viceministro della Salute "Non è tutto da buttare, assolutamente", ma "è evidente che molte strutture sono state gestite male, con disattenzione e probabilmente in una pura ottica di profitto"
Il viceministro alla Salute Sileri

Il viceministro alla Salute Sileri - Ansa

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Nel sistema delle Rsa "non è tutto da buttare, assolutamente", ma "è evidente che molte strutture sono state gestite male, con disattenzione e probabilmente in una pura ottica di profitto". È la analisi del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, sui drammi in corso in tante residenze per anziani. "Abbiamo il dovere di cercare la verità e di comprendere che cosa non ha funzionato nel momento più critico dell'emergenza. Non dobbiamo essere animati da un intento meramente punitivo ma dal senso della giustizia nei confronti delle vittime e dei loro familiari". E sulla ricostruzione lancia un appello. "I cittadini ci devono aiutare affinché mafiosi, affaristi e corrotti tengano lontane le mani dalla sanità".

I ripetuti casi di contagi nelle Rsa a cosa sono imputabili? È qualcosa legato solo alla gestione dell'epidemia o più in generale alla gestione delle strutture?

Mi sono attivato, appena sono emerse le prime drammatiche notizie, presso il Ministero della Salute per far partire quanto prima le ispezioni. In questo momento oltre le ispezioni ministeriali sappiamo che anche la Procura ha aperto un fascicolo di indagine. É indubbio che davanti a decine e decine di vittime e di familiari che hanno subito una così grave perdita, abbiamo il dovere di cercare la verità. È un dovere anche verso tutti gli italiani, perché è una tragedia che tocca tutti, è una tragedia nazionale. Soprattutto dobbiamo far sì che non si ripetano più tali immani tragedie, imparando dagli errori commessi.

Un sistema, quello delle residenze per anziani e disabili, da rivedere? O è tutto da buttare come chiede qualcuno?

Non è tutto da buttare, assolutamente. Molte Rsa lavorano con dedizione e cura, e tante di queste sono gestite dalla Chiesa, questo è evidenziato anche dalle recenti ispezioni dei carabinieri del Nas, a cui rivolgo un particolare ringraziamento per aver sempre lavorato con dedizione in questo momento di emergenza. È evidente che molte strutture sono state gestite male, con disattenzione e probabilmente in una pura ottica di profitto. Il dato fondamentale per tutti è uno solo: rimettere la persona al centro e tutelare la sua dignità come elemento primario dell'assistenza.

Come, soprattutto, tenere fuori chi ci vuole solo fare soldi? A chi tocca?

Lucrare sui bisogni e le necessità delle persone è indegno; che il lavoro socio-sanitario sia pagato adeguatamente è indubbio, ma è importante comprendere che è una missione e deve avere sempre come scopo primario la vita umana e il suo rispetto. Auspico sempre che vi sia un profondo dialogo tra le istituzioni, e quindi tra le Regioni e il Governo e il Parlamento, perché quando si parla di norme che influiscono sulla vita delle persone è necessario condividere, riflettere insieme, perché le comunità sono ferite e necessitano di cura.

In alcune Regioni, come la Campania, ci sono le positive esperienze del budget di salute, che permette ai disabili una vita indipendente, in famiglia o in piccoli gruppi-appartamento. Sicuramente li sta tutelando maggiormente in questi giorni. È un'alternativa alle Rsa o è praticabile un sistema misto?

Conosco molto bene il sistema del “Budget di salute” e sono stato in provincia di Caserta ospite dei Beni Confiscati che lo applicano. Ho potuto vedere e toccare con mano un modello innovativo che non solo risparmia ma spende bene il denaro pubblico, valorizzando la dignità delle persone. Io credo e mi auguro fortemente un sistema misto: in cui la competizione è sana perchè punta ad esaltare i temi e i valori etici e morali. Le Rsa possono apprendere la bontà di strutture più piccole e le cooperative del “Budget di Salute” possono a loro volta acquisire la grande professionalità delle residenze assistenziali. I cammini virtuosi sono quelli in cui si fa strada insieme, raccogliendo gli aspetti migliori e più innovativi. Il “Budget di Salute” è una realtà che può e deve avere respiro nazionale.

Come aiutare le famiglie per evitare che anziani e disabili diventino un peso o, peggio, uno scarto?

Vede, quando sono stato in Terra di Lavoro, ho avvertito che anziani, disabili e persone con fragilità non erano né un peso né uno scarto, ma anzi erano stati e sono integrati nel territorio e nelle comunità come valore aggiunto. Le famiglie, partecipando a questo cammino insieme, riscoprono la lievità dello stare insieme. Così come succede in diverse Rsa dove si lavora con cuore e passione. Dobbiamo comprendere che le fragilità sono ricchezza e solo tutelando le fragilità che noi costruiamo una società forte.

La fase della ricostruzione post epidemia riguarderà anche il sistema del welfare e del rapporto col sistema sanitario. Come evitare che diventi occasione di sprechi, o di affari per personaggi senza scrupoli o per i mafiosi, come hanno denunciato alcuni magistrati?

Quando sono stato in missione in Calabria ho anche incontrato il Procuratore Nicola Gratteri: dobbiamo vigilare, dobbiamo controllare. In questo momento storico il Servizio sanitario nazionale può fare un cambio epocale con le risorse che deve ricevere ma io chiedo che a vigilare non sia solo la politica, la magistratura, le forze dell'ordine, ma siano i cittadini che ci devono aiutare affinché mafiosi, affaristi e corrotti tengano lontane le mani dalla sanità. La gravissima pandemia che stiamo vivendo deve farci capire che anche una sola tangente, probabilmente, ha ucciso un nostro caro. La sanità pubblica è un bene comune, tutti noi dobbiamo vigilare e averne cura, perchè è nostra. Dobbiamo sentirla come nostra.

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