mercoledì 5 settembre 2018
Le 500 coroncine, confezionate dai bambini di un orfanotrofio, erano destinate a un parroco di Castellaneta. Pagata una multa di 300 euro perché l'autista non le aveva dichiarate
Il sequestro dei rosari

Il sequestro dei rosari

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Il più dispiaciuto è don Francesco Alfarano, che aveva previsto di festeggiare il suo 25esimo anniversario di sacerdozio, a metà settembre, regalando ai parrocchiani i rosari benedetti a Medjugorje. Ma quelle coroncine a Castellaneta (Taranto) non sono arrivate: si sono fermate il 31 agosto al confine tra Bosnia e Croazia, sequestrate da una solerte funzionaria della dogana (croata), insospettita dall'elevato numero - 500 - e dal fatto che l'autista non le abbia spontaneamente mostrate quando gli è stata posta la fatidica domanda: «Niente da dichiarare?». All'autista del pullman, che da 20 anni accompagna i pellegrini in Bosnia, è toccato di essere sospettato di «riciclaggio» di coroncine, pagate poco e poi rivendute al quintuplo in Italia. Niente di tutto questo ovviamente, ma non c'è stato verso di convincere l'agente di frontiera croata, che ha anche preteso il pagamento di una sanzione di 300 euro e compilato un verbale impossibile da verificare, lì per lì, perché redatto in croato.

La discussione tra l'autista, Leonardo Aloia, e la donna è durata 4 ore, una lunga attesa per i 61 pellegrini, tra i quali diversi anziani, due disabili e 6 bambini. Aloia ha cercato di spiegare - con qualche difficoltà, vista l'incompatibilità della lingua - che non aveva ritenuto di dover dichiarare quelli che considerava souvenir, tanto più che 500 rosari, divisi per 61 pellegrini, fanno meno di 9 ciascuno. Un numero non esagerato, insomma, sebbene le coroncine fossero stipate tutte insieme in una borsa. L'autista non ha avuto risposte quando ha chiesto quale fosse il numero massimo consentito di rosari, così com'è c'è un limite per le bottiglie di grappa e le stecche di sigarette.

Alla fine il gruppo, senza più rosari e alleggerito di 300 euro, ha fatto appena in tempo a rimettersi in viaggio e salire sul traghetto a Dubrovnik, destinazione Bari.

Deluso don Francesco Alfarano, delusa anche suor Cornelia, la religiosa che guida l'orfanotrofio dove le coroncine erano state realizzate proprio dai bambini e ragazzi ospitati.

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