venerdì 11 aprile 2025
Gli episodi risalgono agli anni 2021-2023. Gli atleti avrebbero saldato i debiti di gioco con finti acquisti di orologi. Penalmente rischiano poco ma potrebbero essere squalificati
Fagioli e Tonali hanno subito una squalifica per scommesse su piattaforme proibite

Fagioli e Tonali hanno subito una squalifica per scommesse su piattaforme proibite - Ansa

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Dodici giocatori di serie A sono indagati dalla Procura di Milano per scommesse sui siti illegali. Una ventina in tutto gli sportivi sotto inchiesta (quasi tutti calciatori e un tennista). Per i gestori dei siti di scommesse clandestine, e i titolari di una gioielleria che avrebbe fatto recupero crediti e riciclaggio, la procura di Milano ha chiesto inoltre i domiciliari (cinque richieste). Disposto infine il sequestro di un milione e mezzo di euro. Giocatori, che non avrebbero scommesso su partite di calcio ma su altre discipline (tennis in particolare, ma anche sui casinò on-line), e che rischiano provvedimenti davanti alla giustizia sportiva. I nomi più famosi sono quelli di : Alessandro Florenzi, Nicolò Zaniolo, Mattia Perin, Weston McKennie, Leandro Paredes, Angel Di Maria, Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Cristian Buonaiuto, Matteo Cancellieri, Adames Hector Junior Firpo. L’inchiesta dei pm di Milano Roberta Amadeo e Paolo Filippini è stata ereditata da Torino. Dall’analisi dei telefono e dagli interrogatori di Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina ed ex della Juve, e di Sandro Tonali, ex centrocampista del Milan e poi al Newcastle, si è arrivati infatti agli attuali provvedimenti. Tonali e Fagioli, che pure hanno già saldato i propri conti con la giustizia sportiva, sono indagati per avere giocato su piattaforme illegali di scommesse e poker. Piattaforme che, secondo gli inquirenti, erano gestite da Tommaso De Giacomo, Patrik Frizzera e dall'ex arbitro Pietro Marinoni. Il primo avrebbe avuto un ruolo di gestore e coordinatore delle attività legate alle scommesse illecite e alla gestione delle piattaforme, la tenuta della contabilità dei debiti e dei crediti di ciascun giocatore al quale avrebbe indicato anche i canali per i pagamenti: PostePay, Revolut (istituto di credito digitale con sede in Lituania), contanti o tramite la gioielleria milanese Elysium. Il secondo invece avrebbe avuto un ruolo, oltre che di gestore delle piattaforme, di abilitare i giocatori al poker online creando le stanze chiuse e, tra l'altro di gestore i rapporti con i referenti della stessa gioielleria Elysium per il recupero dei crediti. All’ex arbitro il compito di portare i clienti e a occuparsi del ritiro dei soldi in contanti dagli scommettitori.

Poi ci sono Andrea Piccini, Antonino Parise e Antonio Scinocca, i soci, amministratori di diritto, di fatto e il legale rappresentante di Elysium, la gioielleria sui cui conti venivano saldati i debiti. Come aveva spiegato Tonali ai pm torinesi nell'ottobre 2023, o si pagava il doppio un gioiello o un orologio che poi si ritirava in negozio o si versava l'importo del debito senza ritirare l'oggetto. Per i tre soci e due gestori dei siti, eccetto Marinoni, i pm hanno chiesto i domiciliari. «Ho acquistato quindici o venti orologi di tipo Rolex di valore dai quindici ai ventimila euro che consegnavo a Tommaso. Mi facevano delle fatture, effettuavo dei bonifici alla gioielleria», racconta Fagioli. Una tabella riassume i pagamenti: Fagioli ha pagato 693 mila euro, Florenzi 155 mila, Tonali 57 mila, Buonaiuto 41 mila, Cancellieri 40 mila.La carta di credito Nicolò Fagioli l’ha lasciata a disposizione della gioielleria, dove era custodita in cassaforte. Sempre Fagioli e Tonali, oltre ad aver fatto numerose scommesse sulle piattaforme online, avevano per i pm il ruolo di “collettori di scommettitori”, cioè si occupavano «di diffondere e pubblicizzare le piattaforme illegali, fare da tramite per l’apertura o il caricamento dei conti di gioco nonché effettuare consegne di denaro per conto di altri scommettitori, anche in contanti». Questa attività garantiva loro dei “bonus” o la decurtazione dei debiti. «Bravo, catturalo, lavora per me, stagli vicino che se lo catturo bene, bene, bene come cliente chiaramente poi ti faccio il regalo a te», si complimentava De Giacomo. Carlo Pinsoglio e Federico Gatti, portiere e difensore della Juve, non venivano considerati dei “buoni acquisti” nel giro delle presunte scommesse illegali perché spendevano poco. I due, secondo quanto riportato agli atti dell’indagine, sarebbero stati agganciati dal loro ex compagno di club su sollecitazione di Tommaso De Giacomo, in un «vorticoso crescendo di scommesse sportive illegali». «Ho nei confronti di Tommy e degli eventuali gestori della piattaforma riconducibile a Tommy un debito di circa 300.000 euro. Non mi e’ stato mai richiesto il saldo del debito con delle minacce, ma mi hanno proposto il saldo in forma rateale. Sono arrivato ad avere un debito nei loro confronti di 500.000 euro che ho pagato in parte nel metodo descritto e in parte con delle vincite. Non ho mai smesso di scommettere fino ad una settimana prima del sequestro e i miei creditori non mi hanno mai sollecitato il pagamento perché il loro interesse era quello di farmi continuare a giocare». Così Sandro Tonali. E ancora: «All’inizio non superavo i 20 mila euro a settimana, nell’ultimo periodo il pagamento era diventato mensile e si aggirava a circa 150 mila euro». Giocatori che erano anche indebitati anche gli uni con gli altri. Fagioli, in particolare, per far fronte al pagamento dei debiti di gioco, si sarebbe avvalso infatti di prestiti. Per questo ad esempio agli atti c’è il nome di Federico Gatti della Juventus, non indagato al pari di Radu Dragusin.


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