venerdì 18 giugno 2021
Non tentano più di arrivare di nascosto sulla costa calabrese, ma chiedono aiuto mentre sono ancora al largo. La Gdf scopre il trucco e arresta 3 scafisti che con 2 barche stavano portando 84 persone
Rotta turca, i trafficanti di uomini cambiano strategia

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Nuova strategia dei trafficanti di uomini sulla rotta che daTurchia e Grecia porta in Calabria. Non più il tentativo di arrivare di nascosto fin sulla costa, ma la richiesta di aiuto quando si è ancora molto al largo. Una strategia che punta soprattutto a evitare l'arresto degli scafisti e la scoperta degli organizzatori dei traffici. La conferma è arrivata ieri, con una richiesta di soccorso inviata da due barche a vela con 84 persone a bordo mentre si trovavano a oltre 20 miglia dalla costa. Il rapido intervento dei mezzi della Guardia di Finanza ha permesso di accertare l'inesistenza delle difficoltà e l'individuazione di tre scafisti, due turchi e uno senza documenti ma molto probabilmente iracheno.

"Per ora non abbiamo la certezza che le due barche fossero collegate, parte di un unico viaggio, ma i tempi e l'analoga tipologia di comportamento ce le fa sospettare", ci dice il tenente colonnello Alberto Catone, comandante del Roan della Finanza di Vibo Valentia. La prima barca, fermata in acque di competenza nazionale da una vedetta della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone, imbarcava 31 migranti fra cui 4 donne e 4 bambini di nazionalità afgana, iraniana, irachena e siriana. I finanzieri, preso il controllo del natante, hanno risolto rapidamente le avarie che erano state provocare per giustificare la richiesta di soccorso, e condotto sotto scorta l’imbarcazione sino al porto di Crotone.

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Nel secondo caso un pattugliatore del Gruppo Aeronavale di Taranto della Guardia di Finanza, rischierato nel porto crotonese a supporto del dispositivo di vigilanza regionale, ha intercettato a undici miglia dalla costa la seconda barca a vela, che, a dispetto delle invocazioni telefoniche in cui l’interlocutore sosteneva di avere bisogno di aiuto perché non poteva più muoversi in quanto priva di carburante, aveva continuato ad avvicinarsi alla costa. A bordo 53 migranti di cui 5 donne e 4 bambini di provenienza iraniana, irachena e turca e 2 trafficanti turchi. “Malgrado gli stratagemmi ai quali cercano di ricorrere i facilitatori per aumentare le loro possibilità di sfuggire all’incriminazioni – spiegano le Fiamme gialle - la percentuale di successo dell’attività della Guardia di Finanza è ormai al di sopra del 90 per cento nei loro confronti e questi continui tentativi di trovare tattiche differenti dimostrano che l’attività di contrapposizione ha una sensibile efficacia dissuasiva”. Il comandante ci spiega ancora che questo è stato possibile grazie anche all’utilizzo di elicotteri e aerei che permettono di individuare gli scafisti quando sono ancora al timone delle imbarcazioni.

La Guardia di Finanza ci tiene a assicurare che la propria attività “non è rivolta contro il migrante, soggetto vulnerabile messo a rischio dai trafficanti stessi, quanto nei confronti di questi ultimi, al fine di contenere una modalità di traffico pericolosa per le persone e di ricondurre tutti i migranti che fanno ingresso nel territorio, soprattutto nel periodo di emergenza sanitaria tuttora in atto, in strutture in cui essi possano essere controllati e i gestiti in sicurezza”. Dall’inizio del mese i finanzieri del Roan di Vibo Valentia hanno arrestato 19 trafficanti, tuttora sottoposti a misure detentive, a cui si aggiungono i 3 di ieri.

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