martedì 28 febbraio 2023
Dopo 14 anni e un iter burocratico tortuoso partono i lavori di restauro della cattedrale abruzzese. Dureranno 5 anni. Il cardinale Petrocchi: con intese virtuose, partono opere e speranza
Il duomo dell'Aquila

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Piangeva il cuore, ogni volta che – fermandosi sul l’angolo più alto di piazza Duomo – si scorgeva appena quella parte di cupola della cattedrale di San Massimo rimasta in piedi dal sisma del 6 aprile 2009. Nonostante la ruota panoramica e le luminarie che abbellivano la piazza centrale dell’Aquila durante le feste di Natale, quel portone ancora chiuso continuava ad essere una ferita aperta per gli aquilani. Ecco perché la giornata di ieri, con tanto di foto ad immortalare la consegna delle chiavi della cattedrale alla ditta esecutrice dei restauri per l’avvio del cantiere, è davvero storica per la città.

Dopo quattordici anni e un iter burocratico a dir poco tortuoso, infatti, sono stati avviati ufficialmente i lavori di ricostruzione della chiesa principale del capoluogo. Un primo stralcio di lavori, da 18,1 milioni di euro, è stato già interamente finanziato dal ministero della Cultura e permetterà di intervenire nell’area della cupola e dell’abside pesantemente danneggiate. Un secondo stralcio di finanziamenti di 18,5 milioni di euro, già assicurati dal segretariato regionale Mic per l’Abruzzo, serviranno per completare l’opera e restituire alla città in cinque anni l’edificio di culto.

L’anno di svolta per la cattedrale è stato proprio il 2022, quando durante la Perdonanza Celestiniana anche il Papa volle visitare l’interno della basilica per comprenderne le condizioni e chiese alle istituzioni presenti di dare un impulso alla rinascita di quel simbolo per la città. Un momento ricordato più volte, ieri, durante la conferenza stampa di presentazione dell’intervento di ricostruzione. «Il Papa quando è venuto ad agosto ha memorizzato in modo visivo ed affettivo ciò che ha constatato - racconta l’arcivescovo dell’Aquila cardinale Giuseppe Petrocchi - l’ho visto alla fine di novembre e mi ha chiesto del restauro del Duomo. È una questione che ha preso a cuore e spero presto di potergli dire che, grazie all’impegno di tutte le istituzioni, il cantiere va avanti». Questo rappresenta un punto di approdo di una navigazione amministrativo-progettuale complessa, non nasconde, «non sono mancate le onde contrarie e impreviste però mi sembra che la buona coesione e collaborazione dei vari soggetti istituzionali ha consentito di arrivare a questo risultato». In molti si sono prodigati, conclude monsignor Petrocchi - affinché «la cattedrale di L’Aquila possa essere restituita al suo territorio, motivo di vanto di questa comunità e testimonianza di fede di arte che parla un linguaggio universale. Laddove si creano le condizioni per queste intese virtuose, i risultati attestano che lavori e speranza vengono messi in cantiere».

In cantiere si starà per circa 1.800 giorni. «I finanziamenti arriveranno in continuità - è la rassicurazione del direttore dei lavori Augusto Ciciotti - e questo ci permetterà di stringere i tempi. Oggi è una bella giornata, ma non nascondo che le difficoltà normative in corso d’opera non hanno favorito un processo amministrativo avviato». Sulla difficoltà procedurale ha insistito anche il sindaco dell’ Aquila Pierluigi Biondi, per cui «anche la ricostruzione pubblica, fatto salvo tutte le regole di trasparenza e legalità, ha bisogno di regole molto più veloci». L’avvio del cantiere comunque, continua, «è data importante, quando le istituzioni collaborano e sentono le ragioni degli altri i risultati arrivano». Anche perché, aggiunge il dirigente della Sopraintendenza Archeologica L’Aquila-Teramo Cristiana Collettini, «il territorio ha già subìto abbastanza ferite e necessita del giusto riscatto».

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