giovedì 19 marzo 2020
Davide, l’ultimo, ha visto la luce al San Gerardo di Monza. Sta bene ed è risultato negativo al tampone Dalla Lombardia all’Emilia, fino alle Marche, si continua a nascere (e sperare)
Il tweet del Niguarda: benvenuti, siete la prova che la vita non si ferma La foto benaugurante postata dal Niguarda

Il tweet del Niguarda: benvenuti, siete la prova che la vita non si ferma La foto benaugurante postata dal Niguarda - Twitter

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La vita preme e se ne infischia del coronavirus. Mentre tutti sono chiusi in casa aspettando che passi il picco della pandemia, che purtroppo non dà cenno di fermarsi, il mondo va avanti e, per fortuna, le sale parto risuonano dei vagiti dei neonati e della gioia dei genitori.

Ed è stata davvero tanta la felicità, l’altra sera, all’ospedale San Gerardo di Monza, dove è venuto alla luce Davide, il primo bambino nato nella struttura brianzola, da una madre con esito positivo già conclamato. Come scrive sui social Antonio Rusconi, sindaco di Bellano – paese in provincia di Lecco adagiato sulla sponda orientale del Lario, dove vive la famiglia del piccolo – mamma Elisa scopre, poche settimane prima del parto di essere positiva al virus. La giovane è asintomatica e si sente bene, così come il bimbo che porta in grembo. In famiglia l’apprensione è comunque alta. Elisa, il marito Andrea e il primogenito Alessio aspettano con trepidazione il giorno del parto per essere davvero sicuri che «tutto andrà bene».

E così è stato davvero, esulta il sindaco Rusconi, che ha voluto rendere pubblica questa storia minima ma dal grande significato, soprattutto in tem- pi tribolati come questi. «Davide è un bel bambino di 3 chili e 700 grammi e il primo tampone è risultato negativo. Lui e la mamma stanno bene », racconta il sindaco, che ha nominato il piccolo Davide «mascotte» del paese. Il piccolo lecchese è soltanto l’ultimo dei bimbi nati in piena emergenza.

È italiano, infatti, il primo caso europeo di un neonato, non contagiato dal morbo, partorito da una madre positiva. Il lieto evento è avvenuto a Piacenza il 26 febbraio, nei primissimi giorni dell’emergenza. L’altro giorno, a Civitanova, in provincia di Macerata, è nata Eva, una bella bambina la cui madre ha scoperto di essere positiva al nono mese di gravidanza. La piccola sta bene ed è negativa, ha annunciato il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, dando il benvenuto alla neonata. A Cremona, invece, una mamma, positiva e quindi in quarantena, ha dato alla luce il suo secondo figlio in casa, assistita ai volontari della Croce Verde. Dopo il parto, la madre e il neonato sono stati trasportati in ospedale, dove i sanitari hanno accertato il loro buono stato di salute.

«Queste – ha commentato la Croce Verde sul proprio profilo Facebook – sono le notizie che fanno bene al cuore. Questo grazie anche a voi. Noi per voi, voi per noi». È in buone condizioni anche il bambino di cinque mesi, positivo al tampone, ricoverato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Il piccolo paziente è seguito in isolamento da un’equipe interdisciplinare di Malattie infettive, Immunoinfettivologia e Broncopneumologia dell’ospedale, che ha lavorato in queste settimane in stretta collaborazione con i colleghi dell’Istituto Spallanzani. «Ad oggi – si legge in una nota dell’ospedale capitolino – sono stati oltre 120 i bambini segnalati e gestiti dal Bambino Gesù come casi sospetti. Solo 2, con questo, i casi positivi, entrambi in forma lieve e in buone condizioni di salute ». E sono gli stessi ospedali a comunicare speranza, nonostante tutto.

«Più forte di tutto c’è la vita – è stato il messaggio contenuto in un tweet due giorni fa dal Niguarda di Milano, che ha postato la foto benaugurante di un neonato –. Benvenuti a tutti i bimbi che stanno nascendo... Siete la prova che la vita non si ferma».

A lieto fine, anche la vicenda della bimba nata l’8 marzo, la cui mamma è risultata positiva e il papà è in quarantena. La piccola rischiava di finire in una struttura protetta, ma un intervento del sindaco di Castelnuovo Magra, in provincia della Spezia, Daniele Montebello e l’interessamento di Asl 5 e Tribunale dei minori, ha permesso l’affidamento temporaneo alla zia.

«A chi mi chiede che cosa vuol dire affrontare l’emergenza #coronavirus posso dire che è dura, che non ci sono orari, che bisogna ascoltare tutti anche quando ti senti esausto, tra incoraggiamenti e polemiche quotidiane. Poi succede questo – ha scritto Montebello sulla sua pagina Facebook – e riacquisti la carica per andare avanti».

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