mercoledì 23 novembre 2022
In Consiglio regionale via libera unanime al pdl che riconosce e aiuta chi si prende cura di congiunti non autosufficienti. Dotazione finanziaria di 900mila euro
Lombardia, via libera alla legge a sostegno dei caregiver familiari

Icp

COMMENTA E CONDIVIDI

Si chiamano “caregiver”, e sono persone che si prendono cura, danno assistenza e supporto a un loro familiare gravemente malato o disabile. Un esercito di angeli senza i quali tantissime persone non potrebbero vivere una quotidianità serena. Una figura che si dà per scontata. Perché vicina, di famiglia appunto, ma che riveste un ruolo preziosissimo. Ora la Lombardia prova a fare un passo in avanti. Il Consiglio regionale della Lombardia, all’unanimità, ha dato infatti il via libera alla legge su “sostegno, valorizzazione e istituzione del caregiver familiare”. Un ruolo, sottolinea la prima firmataria della legge e vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, Simona Tironi, non ancora riconosciuto a livello nazionale e che riguarda, si stima, «circa 8 milioni di persone in Italia, per il 90% donne».

Un testo frutto di un lavoro durato mesi, che ha preso in considerazione i tre progetti di legge depositati da Pd, Fi e Lega, poi abbinati, l'iniziativa popolare #osonocargiver e le due proposte di legge al Parlamento: con Tironi, a presentare il testo, c’erano ieri il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, l'assessore regionale alla famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità, Elena Lucchini, ei consiglieri Alessandra Cappellari, Samuele Astuti e Michele Usuelli.

La legge definisce ambiti e competenze del caregiver all'interno del sistema dei servizi pubblici e privati e stabilisce le funzioni della Regione e dei Comuni nel sostegno e affiancamento al caregiver per svolgere assistenza qualificata, sulla base di un attestato di competenza, anche avvalendosi di specifici percorsi formativi. Lo stanziamento per il prossimo triennio è di 900mila euro: sono previste forme di sostegno economico per l'adattamento domestico, l'abbattimento delle barriere architettoniche, la fornitura di ausili e presidi, la stipula di polizze calmierate a favore dei caregiver, percorsi di supporto psicologico, promuovendo la collaborazione con i soggetti istituzionali e il Terzo settore. Sebbene, osserva Tironi, «siamo consapevoli che la dotazione finanziaria non può colmare tutti i problemi e sostenere appieno il caregiver familiare», si tratta di «un primo passo, con l’impegno di continuare a finanziare».

Astuti ha ricordato come il Pd avesse presentato per primo una proposta di legge nella scorsa legislatura e sollecita la maggioranza a fare di più: «Abbiamo bisogno di risorse in più, una serie di interventi che possiamo fare, abbiamo dato il buon esempio oggi approvando questa legge». Un testo che «andrà potenziato in termini di senso e di contenuti che si esplicano in reali servizi di sostegno», aggiunge il consigliere di Azione, Niccolò Carretta . Anche perché, «la popolazione italiana e lombarda è in progressivo invecchiamento e le istituzioni devono lavorare per trovare tutti gli strumenti necessari per affrontare le nuove esigenze».

Per il consigliere del M5s, Gregorio Mammì, «di fronte alle legittime richieste le distanze politiche non esistono», ma «abbiamo dato risposte insufficienti». Tutti sono comunque d’accordo sul fatto che adesso è il Parlamento che deve colmare il vuoto normativo con una legge nazionale. «Quello compiuto dalla Regione Lombardia - ha concluso infatti l’assessore Lucchini - è un primo passo verso il riconoscimento a livello nazionale».

Proprio ieri, a Roma, nell’ambito del progetto “Abitiamo nuovi spazi di libertà”, promosso da Biogen e dai Centri clinici Nemo, in collaborazione Nemo Lab, è stata presentata una indagine che ha rivelato come per il 74% dei pazienti intervistati con atrofia muscolare spinale, sclerosi multipla e distrofie muscolari, ritengano che «senza familiari nelle mie mura domestiche l'indipendenza sarebbe pressoché nulla». Un tema sensibile che vede anche posizioni diverse fra le associazioni, alcune delle quali ieri hanno manifestato sotto il palazzo di Regione Lombardia ritenendo il progetto di legge «inadeguato» rispetto al sostegno reale di cui hanno bisogno i familiari che assistono congiunti con disabilità grave e non autosufficienti. Ma è un passo, rispetto al nulla. Verso il riconoscimento di una figura vicina e indispensabile.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI