venerdì 21 novembre 2008
Nella giornata dei diritti per l'infanzia il tragico bilancio dello sfruttamento dei bambini. Pedofilia: l'Europa mai così male. Napolitano: «Più impegno anche in Italia». 
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C’è ancora molto da fare. Nella Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Giorgio Napolitano ribadisce l’«intangibilità dei minori». Non c’è solo lo scandalo dei 250 mila bambini arruolati in 17 guerre o dei 37 milioni che per i conflitti non possono andare a scuola, come denuncia Save the children. O del milione e mezzo di minori sfruttati sessualmente, come ricorda Ecpat. È l’Europa ad aggiudicarsi il triste primato di epicentro della pedofilia online: oltre il 90% dei bambini vittime di questi abusi è europeo ed europei sono i due terzi dei clienti: «La dimensione della pedofilia online dal 2006 a oggi è raddoppiata - fanno sapere a Telefono Arcobaleno - e l’Italia si posiziona al quinto posto nella triste classifica». Anche «nelle società più evolute», ricorda così il presidente della Repubblica, esistono rischi insidiosi per uno sviluppo sereno dei cittadini di domani. Il suo pensiero sulla tutela dell’infanzia è nel messaggio che il Quirinale lancia nella Giornata per i diritti dei minori. Giornata che non deve essere solo formale, ma «riproporre all’attenzione dell’intera collettività il valore universale delle solenni statuizioni della Carta delle Nazioni Unite sulla intangibilità dei minori e del loro diritto ad una piena tutela nell’intero percorso di crescita fisica, psicologica e morale». La Carta di New York dell’89, dice infatti Giorgio Napolitano, fissa «un principio di civiltà che va perseguito con determinazione». Tra le dichiarazioni di principio e la cruda realtà, però, la distanza in molte parti del mondo è ancora abissale. «Ancora oggi, purtroppo – riconosce il Presidente della Repubblica – sono presenti in vaste aree del pianeta situazioni di grave sfruttamento dell’infanzia, specialmente dove persistono diffuse ed antiche condizioni di sottosviluppo e di povertà e conflitti endemici tra le diverse etnie». Il compito di rimuoverle spetta innanzitutto alle agenzie internazionali: «Forte deve essere, pertanto, l’impegno delle organizzazioni internazionali nell’impedire ogni forma di sfruttamento, che giunge fino all’impiego di adolescenti come soldati, e nel rimuovere gli ostacoli che impediscono condizioni di vita rispettose dei bisogni, dei diritti e delle aspirazioni dei minori». Ma Giorgio Napolitano non si limita ad additare gli scandali eclatanti e le offese all’innocenza che si susseguono nei Paesi in via di sviluppo. Guarda anche in casa: «Né possiamo ignorare – dice – che c’è molto da fare anche nel nostro Paese: una maggiore e più generale consapevolezza delle numerose insidie presenti anche nelle società più evolute è indispensabile per contrastarle con la massima determinazione e offrire alle nuove generazioni la possibilità di crescere in condizioni di sicurezza e di serenità». Dunque è indispensabile una «incisiva azione di prevenzione e di controllo» per costruire «una società coerente con i principi sanciti per la tutela dei minori dalla nostra Costituzione e dal diritto internazionale».
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