sabato 22 novembre 2008
Un accurato dossier su 132 scuole di 12 regioni offre un quadro sconfortante: solo il 34% ha l'agibilità statica. A maggior rischio le scuole dell'infanzia.
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Anche la morte siede, spesso e tranquillamente, ai banchi di scuola: fianco a fianco con quasi nove milioni di persone ogni giorno. Nessuna forzatura giornalistica: da anni nelle aule italiane avviene mediamente un incidente ogni venti o trenta giorni (sebbene pochissimi assurgano agli "onori" delle cronache nazionali), spesso con ferimenti o – come a Rivoli – col morto bambino o ragazzo.E i numeri sono inquietanti. Nel 2007 gli alunni e gli studenti che si sono fatti male a scuola sono stati 90.478, ma anche insegnanti e bidelli pagano un bel tributo, visto che 12.912 di loro sono rimasti coinvolti negli stessi episodi, come sottolinea "Cittadinanzattiva" citando dati dell’Inail.Non c’entra il destino cinico e baro, né la natura matrigna: la responsabilità è degli uomini e delle istituzioni locali e nazionali. Tant’è che la programmazione delle opere di edilizia scolastica è riservata alle Regioni, mentre la loro realizzazione o fornitura, oltre alla manutenzione ordinaria e straordinaria (compresi adeguamenti e messe a norma), spettano rispettivamente alle amministrazioni Comunali e Provinciali in relazione ai diversi gradi di scuola.Così per esempio ad uccidere ieri Vito Scafidi è stato – secondo i Vigili del fuoco – un «cedimento strutturale». E sono molti anni che associazioni, sindacati, organi d’informazione, e spesso genitori, denunciano a ripetizione che oltre tre edifici scolastici italiani su cinque non hanno il "Certificato di agibilità statica". Anzi, a voler essere precisi lo stesso ministero dell’Istruzione illustrò già nel 2002 i risultati della sua indagine sullo stato della sicurezza nelle scuole, dalla quale venne fuori che il 51,7 per cento delle scuole non aveva "Certificato di agibilità statica"Ma non ci sono soltanto i controsoffitti a crollare. Come rileva da sei anni sempre Cittadinanzattiva (con la sua ricerca su "Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici" ), la buona metà delle scuole di casa nostra ha l’impianto elettrico fuorilegge. E sei su dieci sono senza "Certificato di agibilità igienico-sanitaria", più o meno quante non hanno il "Certificato di prevenzione incendi". E del resto sempre in quella indagine del 2002 il ministero dell’Istruzione raccontava come il 73,2 per cento delle scuole non fosse in possesso del "Certificato di prevenzione incendi", come il 37 per cento non avesse scale di sicurezza e come il 20,6 fosse sprovvisto di porte antipanico. A scendere più nei dettaglio, poi, si scopre che in un’aula su cinque avvengono crolli d’intonaco, il 20% ha pavimenti sconnessi, il 24% finestre rotte.«Non andrebbe costruito così neppure un canile», disse il Procuratore di Larino, Nicola Magrone, della scuola di San Giuliano di Puglia che il 31 ottobre del 2002 uccise ventisette bimbi e una maestra. Non è certo l’unica in Italia ad esser stata "costruita" in quel modo.
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