mercoledì 18 giugno 2025
Secondo lo studio Fapav-Ipsos il 38% degli italiani nel 2024 ha usufruito di sport e film in modo illecito. L'Agcom: problema drammatico. Il ministro Giorgetti: "C'è la mano della criminalità"
Pirateria tv, un danno da 2 miliardi
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Gli italiani perdono il pelo ma non il vizio. Nonostante l’entrata in vigore, due anni fa, di una legge antipirateria, nel 2024 il 38% della popolazione ha fruito in modo illecito, almeno una volta, di film, fiction ed eventi sportivi live, provocando un danno al settore quantificato in 2,2 miliardi di euro. Pesanti anche le ricadute sul piano occupazionale, con 12.100 posti di lavoro messi a rischio dai parassiti dello streaming. Il quadro, poco confortante, emerge dallo studio Fapav/Ipsos presentato alla Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia.
In totale si stimano nel 2024 circa 295 milioni di atti di pirateria compiuti, 18% in meno rispetto all'anno precedente e ben il 56% in meno rispetto al 2016, primo anno della rilevazione. Ma il fenomeno resta comunque ancora troppo diffuso. La pirateria sportiva, oggi praticata dal 15% della popolazione adulta, vede nel calcio il contenuto più rappresentativo, seguito da Formula 1, tennis e Moto GP. Contro questa pratica scorretta è entrata in vigore un anno e mezzo fa la piattaforma Piracy Shield, che blocca entro 30 minuti la messa on line illegale di partite e gare. L'obiettivo adesso è quello di estenderne l'uso anche ai contenuti audiovisivi di prima visione, ed è in corso proprio in queste settimane una consultazione Agcom finalizzata a questa implementazione. Gli attuali pirati digitali hanno un comportamento molto dinamico: sfruttano quante più modalità possibili per fruire in modo abusivo dei contenuti spaziando tra le IPTV illegali (22%); to streaming (18%); il download/peer-to-peer (15%); i social network (13%); le App di messaggistica (10%).
La battaglia, insomma, è tutt’altro che vinta. "Il fenomeno della pirateria è probabilmente in una fase di contenimento ma è ancora estremamente e drammaticamente rilevante" ha specificato Giacomo Lasorella, presidente Agcom.
Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, sottolinea peraltro “la rilevanza con cui il governo contribuisce al contrasto alla pirateria, che alimenta un circuito finanziario della criminalità organizzata. La normativa adottata è all'avanguardia e consente di contrastare più efficacemente il fenomeno, agisce contro chi distribuisce e chi ne fruisce".
In gioco c’è la sopravvivenza stessa di pezzi importanti di economia nazionale. "Lo sport e l'intrattenimento rappresentano settori strategici per il nostro Paese, non solo sul piano culturale e sociale, ma anche su quello economico - ha aggiunto Giorgetti -. Difenderli dalla pirateria significa tutelare un asset fondamentale del sistema Italia". E poi ancora: "Si tratta di un comparto, appunto quello sportivo, che genera oltre 24 miliardi di euro l'anno pari all'1,38% del Pil e che occupa, alla fine, circa 400 mila persone. La pirateria sottrae risorse vitali, penalizza chi investe in modo legale, dalle federazioni club, dai broadcaster alle imprese e ai lavoratori, e frena le potenzialità di sviluppo. Il contrasto alla pirateria non è solo una battaglia di principio, è una condizione necessaria per garantire futuro e attrattività al nostro sport, ai nostri talenti e alle imprese che vi operano".

Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera, ha voluto sottolineare come siano stati fatti significativi passi avanti nella lotta anti pirateria, amamttendo però al tempo stesso che "non va abbassata la guardia, perché si tratta di un fenomeno endemico che riguarda moltissime fasce della popolazione. Agcom ha fatto un ottimo lavoro che potrà essere ancora migliorato con le ultime evoluzioni del regolamento". La sfida, ha aggiunto Mollicone, è anche e soprattutto culturale."Molti ancora pensano che fare pirateria digitale non sia un reato, non sia un atto illegale. Bisogna lavorare sulla sensibilizzazione dei giovani, ma anche degli adulti".

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