giovedì 28 giugno 2018
Porte aperte al Comitato Internazionale per lo sviluppo dei popoli. Una giornata da "cooperanti" per gli studenti del corso di laurea della Sapienza tra bilanci, programmazione, incarichi
Universitari a scuola di cooperazione all'assemblea del Cisp
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Vivere dall'interno l'esperienza di un'assemblea annuale di una ong. Tra incombenze statutarie, votazioni, approvazione di bilancio e di programmazione, nomine di nuovi soci e annunci di nuove cariche. Un gruppo di studenti universitari, iscritti al corso di laurea di cooperazione internazionale del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell'Università La Sapienza di Roma, ha avuto la fortuna di partecipare a una insolita lezione di "concretezza", per applicare la teoria appresa sui libri. L'occasione è stata l'assemblea della ong Cisp-Comitato Internazionale per lo sviluppo dei popoli, che quest'anno ha voluto organizzare il consueto appuntamento in un'aula dell'università a cui ha chiamato, appunto, gli studenti che aspirano a diventare operatori di diritti nel mondo.

Un'iniziativa svolta in collaborazione con un docente del settore, Marco Cilento, presidente dell'area didattica cooperazione e sviluppo della stessa università. «Abbiamo voluto aprire le porte della nostra assemblea - ha detto il presidente del Cisp, Paolo Dieci - che normalmente si vive all'interno dei confini associativi, anche agli studenti interessati allo sviluppo ed alla cooperazione. I giovani, come del resto tutti i cittadini, hanno diritto di conoscere come lavora un'organizzazione di cooperazione internazionale, come intende rispondere alle sfide del nostro tempo, cosa sta facendo per contrastare la povertà e l'esclusione sociale nei progetti attivi in tutto il mondo. Soprattutto, i cittadini hanno il diritto di sapere come vengono spesi i soldi ricevuti da privati e da agenzie nazionali ed internazionali».

Il Cisp è operativo da 35 anni; 1500 circa i progetti realizzati, 100 milioni i beneficiari. Al momento è attivo in una trentina di paesi, un migliaio di operatori. Un'assemblea aperta, quindi, con l'obiettivo di avvicinare la prassi della cooperazione alla cittadinanza e in particolare, come in questo caso, agli studenti interessati che sono intervenuti e hanno posto domande. Per gli aspiranti cooperanti è stato un modo per passare alla teoria alla prassi, senza tralasciare i fatti di cronaca controversi, come la posizione del governo sul tema dell'immigrazione.

«Come possiamo gestire - ha chiesto Alexandra - la violazione dei diritti umani? Da studenti ci vediamo senza forza nel contrastare queste violenze. Vi chiediamo un aiuto». Nessuna ricetta risolutrice per il rispetto dei diritti umani - le è stato risposto - ma azioni coerenti e trasparenti, anche se piccole, per l'inclusione sociale di una comunità o di un territorio. E poi serve la parola, nei toni educati e civili. Paolo Dieci ha sottolineato che, come nella questione della chiusura dei porti ai migranti, «il Cisp non sta zitto». E ha ricordato di aver sottoscritto, insieme ad una rete di organizzazioni, una lettera aperta alle istituzioni che «in modo educato» denuncia la violazione dei diritti umani. «Di fronte a questi fatti - ha concluso - il silenzio non è tollerabile».

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