lunedì 2 novembre 2020
Oggi Conte alle Camere, le misure potrebbero slittare a domani. Le Regioni: chiusure nazionali. Coprifuoco alle 18 o alle 20, lite nel governo. Mattarella: unità. Smentite restrizioni per over 70
Giovani in attesa dei mezzi

Giovani in attesa dei mezzi - Ansa

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Una nuova "serrata" nazionale, uniforme lungo tutta la Penisola. O un gruppetto di 3-4 "strette" pesanti decise da Roma per tutti (coprifuoco, scuola, centri commerciali) accompagnate dall'obbligo, per le Regioni, di varare un lockdown più duro, quasi integrale, con pesantissime limitazioni alla mobilità e chiusura pressoché totale di tutte le attività non vitali - bar, ristoranti, negozi - nel momento in cui in una provincia l'indice Rt supera 1,5 (situazione già in essere in numerose province lombarde, piemontesi, calabresi, a Genova, a Napoli e Caserta e in diversi altri territori).

Su queste due opzioni ieri si è consumata una furiosa battaglia sia tra governo e Regioni, con l'esecutivo che vuole responsabilizzare i governatori nelle serrate più incisive e quest'ultimi, compatti, a sostenere che interventi territoriali non aiuterebbero il Paese a uscire dalla crisi. Furiosa battaglia anche tra i capidelegazione sul "pacchetto nazionale", in particolare sull'orario in cui l'Italia dovrebbe chiudere e restare isolata in casa: le 18 per il ministro Speranza e il Pd, le 21 per il premier, le 20 come ipotesi di mediazione. Ma tutto è ancora aperto in una giornata che prevede un menu ricchissimo e complesso: di mattina di nuovo incontro governo-Regioni, poi alle 12 e alle 17 il premier alla Camera e al Senato per delle comunicazioni, seguite da un voto, sulla necessità di stringere ancora i bulloni, infine il rush finale per varare il nuovo Dpcm, che potrebbe arrivare stanotte o domani. Tutto è possibile, anche la decisione di giungere a qualcosa che somiglia al lockdown nazionale.

La parte nazionale del Dpcm. Che ci sia un orario dopo il quale non si può uscire se non con l'autocertificazione e salvo esigenze di lavoro o emergenze, è assodato. L'ipotesi più dura sono le 18, che automaticamente diventerebbero l'orario di chiusura anche dei negozi, non più solo dei bar e dei ristoranti. Pare assodato anche il ritorno del divieto di spostamento tra le Regioni, salvo esigenze di lavoro o salute. Così come "nazionale" dovrebbe essere la decisione di chiudere i centri commerciali nel week-end. Sempre nella parte "nazionale" delle misure dovrebbe cadere la scelta di portare al 100% la didattica a distanza per le superiori (come già stabilito da molte Regioni), e forse anche per seconda e terza media. L'intervento dovrebbe avere valore sino al 4 dicembre.

Lo scontro sui "lockdown locali". Nell'ultimo report settimanale sui contagi, Lombardia e Piemonte sono arrivate a un indice Rt superiore a 2. Mezza Italia è sostanzialmente sopra l'1,5. Il governo vuole inserire nel Dpcm un meccanismo per cui le Regioni, in automatico, varino lockdown locali (su scala provinciale) nelle aree in cui l'indice Rt è superiore a 1,5. Significa portare tutta la scuola a distanza. Significa chiudere definitivamente, in quelle aree, bar, ristoranti e negozi. Significa anche ristabilire il divieto di mobilità. Non vi sarebbe discrezionalità: il Dpcm direbbe chiaramente quali misure vanno assunte dalle Regioni in caso di indice di contagiosità oltre il livello di allarme. Ma i governatori ieri, su questo punto, non hanno ceduto. Un balletto di responsabilità che potrebbe essere il motivo principale dello slittamento del Dpcm a domani.

Dopo un tweet del governatore ligure Giovanni Toti che ha causato furiose polemiche, in cui si asseriva che gli anziani non svolgono "funzioni produttive", è stata accantonata definitivamente l'idea di varare misure restrittive della mobilità per gli anziani ultrasettantenni.

Oggi quindi Conte tirerà le somme, dopo aver sentito anche le posizioni di maggioranza e opposizioni nel dibattito parlamentare che si concluderà, per la prima volta, con un voto. E dall'andamento dell'incontro con le Regioni prima e del confronto con le forze parlamentari poi si capirà quali misure si metteranno in campo e quando sarà varato il Dpcm.

Intanto ieri mattina il presidente della Repubblica Mattarella si è recato in vista a sorpresa nel Bresciano, e come fece già nelle ore più buie della prima ondata, è tornato a lanciare il suo appello alla concordia nazionale, perché si superi ogni egoismo e si uniscano le forze per battere il virus.

L'appello di Mattarella: unità e responsabilità

Dal cimitero di Castegnato, dove è stata rubata una croce in memoria dei caduti per il covid, alla vigilia del giorno dei defunti, Mattarella osserva che ricordare i morti "è un dovere che va affiancato a quello della responsabilità di proseguire nell'impegno per contrastare e sconfiggere questa malattia così grave, mettendo da parte partigianerie, protagonismi ed egoismi per unire le forze di tutti e di ciascuno, quale che sia il suo ruolo e le sue convinzioni, nell'obiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese".

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