venerdì 17 agosto 2018
Nello Sblocca-Italia del 2015 la norma contestata che favorì la proroga delle concessioni
Il vicepremier Di Maio (Ansa)

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Fece scalpore già all’epoca, in effetti, il decreto 'Sblocca-Italia' a cui ha fatto riferimento ieri Di Maio.

Fu approvato dal Parlamento in via definitiva il 5 novembre 2014, il governo era guidato da Renzi e al ministero delle Infrastrutture sedeva Maurizio Lupi. In realtà non fu una «leggina», come detto dal vicepremier, ma una norma e precisamente l’articolo 5, dal titolo 'Norme in materia di concessioni autostradali'. Il testo prevede che i concessionari di tratte - come ad esempio Autostrade per l’Italia - possono modificare la convenzione in corso con lo Stato e stipulare un atto aggiuntivo a fronte di nuovo piano economico-finanziario e di un preventivo assenso dell’Ue.

Un contesto che ha portato appunto la società a ottenere alla fine la proroga. Il tema delle concessioni autostradali è da tempo fonte di frizioni fra l’Italia e Bruxelles: a maggio 2017 la Commissione europea ha deferito infatti l’Italia davanti alla Corte di giustizia Ue (l’iter è in corso), contestando la proroga di 18 anni della 'licenza', senza un bando di gara e dopo 2 mini-proroghe precedenti, per una tratta, l’A12 Civitavecchia-Livorno, affidata alla Società Tirrenica che, comunque, fa capo sempre (al 99% del capitale) ad Autostrade per l’Italia. Peraltro Bruxelles già a ottobre 2014 aveva inviato un ultimo avvertimento al governo italiano.

L’articolo dello 'Sblocca-Italia' era finito nel mirino pure dell’Antitrust e dell’Autorità dei trasporti, che avevano parlato rispettivamente di 'un meccanismo di proroga implicita delle concessioni' e di una misura 'in contrasto con le norme istitutive dell’Authority'. La giustificazione addotta dal governo all’epoca fu che o la durata delle concessioni si allungava oppure le tariffe sarebbero aumentate. Per Autostrade per l’Italia il processo di proroga fino al 2042 si è poi concluso, con un allungamento di 4 anni del termine indicato nel 2007 (ministro Di Pietro), nel mese di aprile 2018 dopo un dialogo tra l’allora ministro Graziano Delrio e la commissaria Ue, Vestager.

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