giovedì 16 agosto 2018
Il vicepremier in prefettura: desecretiamo i contratti, nel 2015 fu inserita una leggina di notte che prorogava le concessioni. «Benetton finanziava le campagna elettorali». Atlantia crolla in Borsa
Di Maio in visita al luogo della tragedia (Ansa)

Di Maio in visita al luogo della tragedia (Ansa)

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Mentre si continua a scavare sotto le macerie del ponte Morandi a Genova, alla ricerca di altri 10-20 dispersi, è partita la caccia ai responsabili, con il governo che minaccia la revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia (Aspi) e il titolo Atlantia - a cui fa capo la società - che affonda in Borsa.

Negli ultimi due giorni diversi esponenti del governo hanno detto di voler revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia, tra i dubbi degli analisti sulla percorribilità di questa strada e le incertezze sulle effettive mosse dell'esecutivo.

Il titolo Atlantia questa mattina ha segnato un calo fino a oltre 25%, che si somma al calo del 5,4% di martedì. In tarda mattinata ha abbozzato un piccolo recupero dopo una serie di dichiarazioni e indiscrezioni contrastanti. Intorno alle 15,10 cede oltre il 20% a 18,65 euro. Colpiti anche i bond di Autostrade per l'Italia e della controllante Atlantia. In base a quanto previsto dal prospetto dell'ultimo programma Emtn di Aspi, gli obbligazionisti hanno la facoltà di richiedere il rimborso anticipato dei bond in caso di revoca della concessione autostradale alla società.

Ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che il governo intende revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia, a prescindere dagli esiti penali della vicenda. Posizione condivisa dal vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, che ha aggiunto di non ritenere che lo Stato debba pagare penali per l'annullamento del contratto.

Da parte sua Atlantia ha detto di essere fiduciosa di poter dimostrare di aver fatto il proprio dovere e di poter ricostruire il ponte in cinque mesi. Ha poi risposto in una nota che l'annuncio del governo "è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell'accaduto".

Le dichiarazioni di oggi del governo non hanno però chiarito il perimetro di un'eventuale revoca della concessione (se di tutta la rete di Autostrade o solo la parte di competenza di A10) e se effettivamente si proseguirà su questa strada o su quella di una sanzione.
Il vice ministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi ha spiegato a Reuters che si sta ancora valutando che tipo di azione intraprendere. Alla richiesta se le possibilità siano avviare la revoca per tutto, per la sola A10 o seguire la strada di una sanzione a carico della concessionaria, Rixi ha detto "si, queste sono le opzioni".

In precedenza una fonte aveva riferito che la via della sanzione era possibile.

Gli analisti sottolineano i tempi lunghi e i possibili costi di una revoca della concessione e soprattutto il rischio per le società di gestione di un aumento degli investimenti per le manutenzioni, oltre al più vasto rischio politico e regolatorio che spaventa gli investitori.

La Commissione Ue, tramite il suo portavoce Christian Spahr ha chiarito che per le strade della Trans-European transport network (Tent) di cui la A10 fa parte "nel caso in cui la strada sia gestita da un operatore privato, è il concessionario ad essere responsabile della sicurezza e della manutenzione della strada".

Di Maio attacca il Pd


Il Movimento 5 stelle, con il suo leader e vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, torna a criticare Atlantia (la società concessionaria delle autostrade) e il Partito democratico. "Scoperchieremo tutto e il marcio verrà a galla", scrive su Facebook, il Pd spieghi - aggiunge - "il perché dell'emendamento vergogna nella legge di bilancio del 2017 che permette ai concessionari delle autostrade di moltiplicare ulteriormente gli strepitosi guadagni ottenuti al casello facendosi in casa, con le proprie aziende, una bella quota dei lavori di manutenzione senza dover ricorrere alle gare. O il perché del regalo miliardario dell'allungamento delle concessioni che inserirono in una notte nello Sblocca italia del 2015. Tanti, troppi favori da giustificare. Se non ci diranno perché, lo
scopriremo noi".

Di Maio punta anche il dito contro Matteo Renzi: "Che non dice niente delle fondazioni legate a doppio filo col suo partito. La sua
parola per gli italiani vale zero", afferma. Parole che l'ex segretario dem respinge con fermezza: "Utilizzare una tragedia per attaccare gli avversari, mentendo, dà il senso della caratura morale e politica del vicepresidente del Consiglio", scrive Renzi sui social. "Chi come Luigi Di Maio dice che il mio Governo ha preso i soldi da Benetton o Autostrade è tecnicamente parlando un bugiardo. Se lo dice per motivi politici invece è uno sciacallo. In entrambi i casi - aggiunge - la verità è più forte delle chiacchiere: il mio Governo non ha preso un centesimo da questi signori, che non hanno pagato la mia campagna elettorale, nè quella del Pd, nè la Leopolda".

Anche il capogruppo del Pd in Senato, Andrea Marcucci, attacca il governo che, sottolinea, "per coprire le proprie sottovalutazioni e la propria inadeguatezza, mette in moto una vera e propria macchina del fango contro l'opposizione. Le dichiarazioni di Di Maio,
Toninelli e Salvini sono tecnicamente eversive", sostiene, perché "all'epoca della concessione tra il 2007 ed il 2008, Renzi era il
presidente della Provincia di Firenze e a perfezionare la convenzione con Atlantia contribuirono anche ministri della Lega. Chi dice il
contrario ne risponderà davanti ad un giudice".
Crollo per Atlantia

Nuova seduta difficile a Piazza Affari per le società autostradali dopo il crollo del ponte Morandi a Genova e l'annuncio da parte di esponenti del governo di voler avviare la procedura per la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia, controllata da Atlantia. Il titolo del gruppo che fa capo alla famiglia Benetton non riesce a fare prezzo e segna un calo teorico del 23,5%. Un'altra controllata del gruppo, Autostrade Meridionali, perde il 4,81% a 25,70 euro. Male anche Sias, holding autostradale del gruppo Gavio, che cede il 5,10% a 12,48 euro, e Astm, in flessione del 5,40% a 18,92 euro.

Il comunicato della holding di Benetton

Edizione Srl, holding che fa capo alla famiglia Benetton e che controlla Atlantia tramite la società Sintonia, "farà tutto ciò che è in suo potere per favorire l'accertamento della verità e delle responsabilità dell'accaduto" del crollo del ponte Morandi a Genova. È quanto si comunica da Edizione, che, "a nome dei suoi azionisti e del suo management, esprime profondo cordoglio alle famiglie delle vittime e la propria vicinanza ai feriti e a tutti coloro che sono stati coinvolti nel tragico crollo avvenuto a Genova".

Edizione "è certa della determinata volontà di collaborazione con le istituzioni e le autorità preposte da parte della società operativa
Autostrade per l'Italia e della sua capogruppo Atlantia che, negli ultimi 10 anni, hanno investito oltre 10 miliardi di euro nell'ampliamento e ammodernamento della rete autostradale italiana".

Tutte le tasse relative all'attività svolta da Autostrade per l'Italia vengono pagate in Italia. Lo precisano all'AGI i portavoce della famiglia Benetton intervenendo a seguito delle dichiarazioni del vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio che, il 15 agosto, aveva affermato come la società Autostrade per l'Italia, che "incassa i pedaggi più alti d'Europa", paghi "tasse bassissime, peraltro in Lussemburgo".

Fonti vicine alla società avevano già precisato che "sia Autostrade per l'Italia che la controllante Atlantia hanno sede in Italia, a Roma, dove pagano le tasse". Adesso i portavoce della famiglia Benetton precisano che l'azionista di maggioranza di Atlantia è Sintonia spa che possiede il 30,25 per cento e fa capo alla stessa famiglia. Sintonia nasce nel 2009 come società finanziaria
lussemburghese controllata dalla holding Edizione, della famiglia Benetton, che "era stata creata in Lussemburgo per
fare investimenti esteri attirando anche altri fondi esteri, ma poi è stata riportata in Italia". L'ultimo bilancio di Edizione, dove figura ancora Sintonia nella sua versione lussemburghese (SA), è quello del 2011, dove si parla di 37,5 milioni di euro di dividendi (erano 39,5 nel 2010). Poi, già nel 2012, Sintonia viene riportata in Italia e diventa una società per azioni di diritto italiano che paga le tasse in Italia. L'equivoco può nascere dal fatto che già nel bilancio 2009 si dava conto dell'esistenza di una Sintonia spa, "che
però si occupava di altro", e che è esistita per un breve lasso di tempo contestualmente alla Sintonia SA lussemburghese,
e che però è andata a morire con l'operazione di ristrutturazione del gruppo Benetton del 1 gennaio 2009.

Fino a quel momento la società capofila era la Ragione di Gilberto Benetton & C sapa (sede a Treviso); dal 1 gennaio 2009
Edizione Holding spa e Sintonia spa sono state incorporate in Ragione sapa che si è trasformata in Edizione srl. Nel frattempo Sintonia SA, a far data dal 27 giugno 2012, viene riportata in Italia, come già detto, e diventa una spa, con sede a Treviso, che paga le tasse in Italia sui dividendi percepiti. Quindi - precisano i portavoce della famiglia Benetton - l'azionista di maggioranza di Atlantia (30,25 per cento), che controlla il 100 per cento di Autostrade per l'Italia, è una società di diritto italiano, Sintonia spa, che tramite Edizione srl fa capo alla famiglia Benetton.

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