
Una sala slot - Fotogramma
L’Italia va in piazza contro l’azzardo. Dal 21 al 28 giugno in varie città si terrà Slot Mob, una serie di eventi, incontri e azioni simboliche organizzati per tentare di dare una spallata popolare a un business che fa spendere agli italiani miliardi di euro all’anno. Un popolo intero a rischio ludopatia, e non sempre (o non solo) per colpa sua. «Il vero malato patologico è uno Stato che ha deciso di fare cassa sulla fragilità delle persone e sul disagio sociale» denunciano gli organizzatori, tra cui figura in prima fila anche Economy of Francesco, il movimento di giovani economisti ispirato da papa Bergoglio. L’invito, partito ieri da Roma, è quello di compiere «un gesto collettivo» per contrastare il dilagare del gioco a fini di lucro, sempre più diffuso tra la popolazione e in particolare tra i giovani, abituati a scommettere tramite smartphone senza nemmeno la fatica di alzarsi dal divano.
«Non dobbiamo sottometterci alle logiche di un’economia che mortifica relazioni e speranze - sottolinea Leonardo Laterza, esponente del movimento -. Il gioco d’azzardo legale è un’economia mortifera: genera disagio sociale nei nostri quartieri, alimenta riciclaggio e investimenti mafiosi e sottrae risorse ai progetti di sviluppo sostenibile che creano valore durevole per tutti. Possiamo e dobbiamo costruire un percorso alternativo, che ponga al centro la persona, la sua dignità e il bene comune, fondato sulla responsabilità individuale e collettiva». Gli obiettivi di Slot Mob sono pragmatici e ben definiti: «Sostenere gli esercenti che rifiutano di installare slot machine e ogni altra forma di consumo di azzardo (gratta e vinci, superenalotto, ecc.), proporre un consumo critico e alternativo, denunciare una filiera economica recessiva che arricchisce pochi e impoverisce molti, sostenere realtà educative e sanitarie che lottano contro la dipendenza da azzardo». Ma si va anche al cuore del problema, mettendo «in discussione le concessioni alle società private per arrivare ad una gestione pubblica, responsabile e non incentivante del fenomeno».
Secondo la visione di Economy of Francesco, «lo strapotere dell’industria dell’azzardo sembra non incontrare alcun limite in Italia come dimostra la recente decisione del governo di rimuovere il divieto di sponsorizzazione delle manifestazioni sportive disposto con il Decreto Dignità del 2018. Quel provvedimento era solo un primo passo richiesto dalla società civile responsabile per poter arrivare a mettere in discussione il sistema delle concessioni pubbliche nella gestione del cosiddetto gioco d’azzardo».
Ma di recente sono stati fatti solo passi indietro, perfezionando di fatto «un meccanismo che ha premiato negli ultimi decenni gli interessi delle grandi società di capitali che godono di forti protezioni trasversali in campo politico ed economico». I signori del gioco hanno abilmente sfruttato la situazione di questi anni complicati, trasformando le difficoltà (altrui) in opportunità (proprie). «Lo smarrimento provocato dall’epidemia da Covid e dagli scenari di guerra sempre più preoccupanti hanno fatto abbassare l’attenzione verso la strategia di chi continua a trarre vantaggio dalla crescita patologica dell’azzardo di massa che risponde allo stesso disagio esistenziale e sociale provocato dall’incombere di un’economia di guerra».
Una «condizione di fragilità strutturale» che, secondo i promotori di Slot Mob, «spiana la strada all’azzardo come ultima via di uscita disperata dalla solitudine e dalla povertà materiale ed esistenziale». L’iniziativa del 21 giugno mira a scrivere un finale diverso, proponendo alternative sostenibili e tentando di risvegliare le coscienze con un’azione pensata per provocare un impatto pubblico determinante. L’appello rivolto allo Stato sarà forte e chiaro: “spegnere” la dipendenza da slot machine e accendere un faro sulle troppe e sempre più evidenti diseguaglianze, «inaccettabili in una società dove troppe famiglie non arrivano a fine mese».