martedì 17 marzo 2020
Undicimila abitanti e circa ottanta vittime da coronavirus in appena due settimane. L'arrivo dei piccoli è una traccia di luce che riesce a illuminare un’intera comunità
Nella Bergamasca le nascite di Sofia, Giorgia e Gabriel ridanno speranza

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Prima Sofia, poi Giorgia e Gabriel. Ci sono storie di vita, di nuova vita, anche nell’epicentro del dramma. La forza di Nembro, la comunità bergamasca toccata più nel cuore da contagi e lutti – 11 mila abitanti e circa ottanta vittime da coronavirus in appena due settimane –, è negli occhi dei tre bimbi nati negli ultimi giorni.

«Per il nostro paese rappresentano un messaggio di speranza e uno sguardo finalmente diverso verso il futuro», è il messaggio lanciato dal sindaco Claudio Cancelli. Sono tre storie diverse che però raccontano un unico sentimento, una traccia di luce che riesce a illuminare un’intera comunità.

Sofia Benedetti è nata il 12 marzo all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, la "trincea" orobica contro il Covid-19. Quant’è difficile affrontare una gravidanza in queste settimane di ospedali al limite: «La nostra paura era di incontrare una situazione insostenibile, invece siamo arrivati al Papa Giovanni e quasi non ci siamo accorti di nulla: c’è il massimo della tutela e della sicurezza», racconta Stephanie Ravasio, mamma di Sofia, primogenita.
Restano giorni sospesi in un clima inimmaginabile: «Da un giorno all’altro, se ne sono andate persone che vedevi giornalmente in paese», sospira la neomamma. Peraltro, domenica 15 si è spenta Ivana Valoti, ostetrica proprio all’ospedale di Alzano, un riferimento per tantissime famiglie della valle. Tra alcuni anni si tramanderà il ricordo di questo pezzo di storia locale profondissima: «A Sofia racconterò che eravamo superfelici per la sua nascita, ma che è stato anche un tempo duro – riflette Stephanie Ravasio –. Dovremo spiegarle perché i nonni non l’hanno potuta vedere subito, perché eravamo isolati».

Al Bolognini di Seriate, altro avamposto della lotta al coronavirus, il 14 è nata Giorgia Carobbio: «Nonostante il periodo, siamo stati trattati benissimo», conferma papà Francesco, che con mamma Roberta ha già una prima figlia, Martina. «A Giorgia racconterò che la sua nascita è stata un raggio di luce in questo periodo durissimo per tutta la comunità – dice Francesco Carobbio –. Abbiamo ricevuto auguri da tutti, non avrei mai immaginato. Io sono nato e cresciuto a Nembro, ho un negozio: purtroppo conoscevo praticamente tutte le persone che non ce l’hanno fatta».

A Iseo, sempre il 14, è nato Gabriel Noris, il quarto figlio di papà Raffaele e Marinela Jakaj (fratellini e sorelline sono Chanel, Krizia e Logan), residenti però a Nembro: «Le ultime settimane c’era forte apprensione, si parlava di zona rossa – racconta mamma Marinela –. Mi chiedevo: ma potrò uscire per partorire? Invece è andato tutto bene. Il pensiero è che anche in questa situazione così strana è arrivata un po’ di luce. Quando sarà grande, dovremo raccontagli la storia di questi giorni: forse, l’unico paragone adatto è quello della guerra». Sono segni di speranza in una terra che non si arrende al virus.

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