sabato 19 ottobre 2013
Il capo dello Stato interviene con una video-intervista al convegno dei Giovani industriali. Il suo è un monito non solo alle parti sociali, ma anche alla politica, a non fare uso di un «coraggio facile, ossia poco responsabile». E il premier in serata rivendica: «Non abbiamo toccato la spesa sociale, e abbiamo nel contempo abbassato le tasse».
Gli industriali: governo sordo sulle tasse
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Sarebbe «da incoscienti» ignorare i vincoli che al nostro Paese arrivano dall’Europa. Giorgio Napolitano è preoccupato, e anche un po’ irritato, per le critiche che da più parti piovono sulle scelte del governo inserite nella legge di stabilità. Ci vede il rischio di un allentamento di quell’impegno alla responsabilità che forze politiche e parti sociali avevano garantito al momento della nascita del governo di larghe intese. Interviene anche Enrico Letta, in serata, con una intervista al direttore del Tg1 Mario Orfeo, per definire una «polemica inventata» quella sui famosi 14 euro di riduzione del cuneo fiscale. «Torna l’instabilità? Ci sono abituato», dice il premier che dice di auspicare, non di temere, una leadership forte anche nel suo partito.Napolitano interviene invece con una video-intervista che viene proiettata al Convegno dei giovani industriali a Napoli. «Bisogna intendersi sulla parola coraggio, che è una parola importante e si può prestare a vari usi, perché esiste anche la categoria del coraggio facile, quello del "bisogna fare di più non bisogna temere di fare di più"», ammonisce Napolitano. «Ma questo è molto retorico, bisogna stare attenti a evitare che coraggio troppo facile non significhi coraggio poco responsabile». L’intervista del presidente della Repubblica, con il direttore del Sole 24 ore Roberto Napoletano, è stata realizzata l’altra sera, tiene già dunque conto - sebbene destinata ad una platea di operatori economici - delle crescenti fibrillazioni politiche cui si aggiungono le perplessità manifestate dagli industriali e dai sindacati. «Dinanzi alla legge di stabilità - avverte Napolitano - occorre un atteggiamento critico quanto si voglia, ma che sia sostenibilmente propositivo e consapevole dei vincoli e condizionamenti oggettivi che non si posso aggirare; quella non sarebbe prova di coraggio ma di incoscienza». E aggiunge: «Possiamo sottovalutare che l’Italia sia uscita da una procedura di infrazione per deficit eccessivo correndo il rischio che ci ricaschi? Il governo dice di no e penso sia una giusta preoccupazione». Napolitano nota anche che la prima reazione dei mercati alla finanziarie è stata una caduta dello spread, che è tornato ai livelli di luglio 2011. Questo conferma «che bisogna spostare l’accento in Italia e in Europa sulla crescita. Ma non pensando che non esista più il problema del consolidamento delle finanze pubbliche». Ed infine, pur essendo doveroso un taglio della spesa pubblica, «non possiamo inventarci coperture fasulle sulle spese dello Stato», conclude Napolitano.

Tocca al presidente del Consiglio difendere le decisioni nel merito: «Quella sui 14 euro è una polemica assolutamente inventata», sostiene Enrico Letta. Questa cifra non è scritta da nessuna parte nella manovra. Lo ha detto il premier Enrico Letta, che tiene a smentire anche una versione negativa circolata sull’importo della nuova tassa sugli immobili. «La service tax sarà molto meno della somma di Imu e Tares». E spiega: «Noi abbiamo messo a disposizione 5 miliardi di euro in tre anni di riduzione di tasse per i lavoratori. Il Parlamento e le parti sociali decideranno come usare questi 5 miliardi e io spero che li usino al meglio per far sì che il beneficio fiscale - auspica il premier - vada a chi ha più bisogno, penso alle famiglie con più figli».Poi ragiona: «Se ci fossero stati più soldi saremmo stati tutti contenti di metterne di più a disposizione, ma dalla crisi si esce un passo per volta». E va al contrattacco con chi lo critica: «Forse era meglio una legge di stabilità come gli anni scorsi, con tagli alla sanità e al sociale, con aumenti di tasse?». E difende la portata del provvedimento: «È una legge di Stabilità che per la prima dopo molti anni non tocca la sanità, mette degli investimenti sociali e soprattutto riduce le tasse», rivendica.

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