Un ritratto di Riccardo Bonacina - Giorgio Boato
È morto, all’età di 70 anni, Riccardo Bonacina, giornalista e conduttore televisivo, conosciuto per aver legato tutta la sua vita professionale, ma anche l’impegno e la passione personale, al mondo del volontariato, del sociale, del non profit, del Terzo settore. Bonacina ha lavorato in Fininvest, dove nel 1990 ha contribuito alla nascita del primo telegiornale delle reti del Biscione, Studio Aperto, e in Rai, creando la testata giornalistica Il coraggio di vivere, in onda nel 1991 su Rai 2.
Ma è l’invenzione di Vita, il settimanale del Non profit italiano, nel 1994, l’anno in cui si costituisce anche il Forum del Terzo Settore, il suo vero capolavoro. Bonacina fonda infatti la società editoriale che pubblica il giornale e lo dirige fino al 2001, quando passerà il timone a Giuseppe Frangi, facendone il punto di riferimento giornalistico di un vasto universo che proprio da metà degli anni 90 del secolo scorso inizia un percorso di crescita e maturazione, emancipandosi dalla narrazione che lo relegava all’ambito un po’ marginale della bontà e delle buone azioni.
Sono passati esattamente 30 anni da quel “parto”, non solo simbolico, e chi nel tempo che è trascorso ha seguito da vicino l’evoluzione di quel mondo che ruota attorno al termine Terzo Settore sa bene quanto siano stati importanti non solo le tappe normative e l’evoluzione politica e culturale, l’impegno sociale e civile di migliaia di persone, ma anche il racconto che ha accompagnato questo cammino. Bonacina, giornalista oltre che figura impegnata in prima persona, è stato uno dei protagonisti più importanti di questo appassionante e fondamentale cammino.
«Riccardo è stato un uomo appassionato, una passione che quelli che hanno lavorato con lui hanno toccato con mano quotidianamente, nella sua intensità e radicalità, nel modo di fare giornalismo e nel racconto sociale di cui, di fatto, è stato l’inventore nel nostro Paese», ha scritto oggi per ricordarlo l’attuale direttore di Vita (da settimanale è diventato un mensile, nella forma del Bookazine, e un sito internet), Stefano Arduini.
Nel lungo curriculum di Bonacina, uomo di fede e impegno, si possono ricordare anche esperienze come Radio Help, programma andato in onda su Radio Uno Rai, Senza Fine di Lucro, su Radio 24, il progetto della rivista Communitas e varie partecipazioni a eventi e trasmissioni di approfondimento. Ma, più di questo, Bonacina è stato soprattutto un punto di riferimento, un esempio per il modo in cui ha saputo dare dignità e spessore al giornalismo sociale in Italia, credendoci in prima persona. Un piccolo aneddoto, a fare sintesi di un’esperienza, ed è il modo con il quale si inalberava quando leggeva o sentiva parlare di No-Profit: “Si dice Non Profit – ammoniva – perché l’attività sociale può avere un profitto, ma il lucro non è il suo scopo”. Per tanti, un maestro.
Bonacina lascia la moglie Nicoletta e i figli Paolo, Lucia, Maria e Francesca.