giovedì 26 marzo 2020
Ore 8: al “Tosi” di Busto Arsizio e al “Majorana” di Brindisi via alle simulazioni d’esame (scritto e orale) Ma resta il problema della vigilanza sugli studenti e dell’autenticità degli elaborati
Maturità, è già pronto il piano B

Reuters

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Ore 8: il docente e gli studenti si collegano alla classe virtuale e l’insegnante fa l’appello. Ore 8.10: le tracce sono inviate agli alunni tramite mail e attraverso il registro elettronico. Ore 14.10: termine della prova. Gli studenti consegnano una copia in formato word e una in pdf e avvisano il docente che registra l’uscita dalla classe virtuale. La consegna non potrà avvenire prima delle 11.10 e, dopo la consegna, gli studenti sono autorizzati a lasciare l’aula virtuale.
Se fino a un mese fa, questo poteva essere il programma dell’Esame di Maturità del 2100, per mezzo milione di candidati potrebbe invece essere la “sorpresa” di fine anno scolastico 2019-2020. Di certo non c’è ancora nulla, tranne che le lezioni non riprenderanno il 3 aprile, come indicato dal decreto del governo che sarà sicuramente aggiornato. Secondo i più ottimisti, si potrà tornare tra i banchi a maggio, in tempo per lo sprint finale. Ma c’è anche un’alta probabilità che l’anno scolastico debba finire online. Esame di Stato compreso.

Simulazioni al via

Così, c’è chi sta già pensando al “piano B”, simulando fin d’ora le prove d’esame con gli studenti collegati dalle proprie camerette. Per il momento, si sono mossi i pionieri della didattica digitale. Istituti che da anni utilizzano i device e la rete per le lezioni. Come il “Tosi” di Busto Arsizio, in provincia di Varese, che la settimana scorsa ha simulato la prima prova scritta, il tema d’italiano e ieri la seconda, somministrando agli studenti delle quinte un problema di Economia aziendale e inglese, le materie scelte a gennaio dal Ministero per la Maturità 2020 per questa tipologia di scuola.

«Lavoriamo sulle competenze»

«Abbiamo chiesto agli studenti di mettere in campo le competenze acquisite nel percorso scolastico, che è poi il senso dell’Esame», dice la preside Amanda Ferrario. «L’obiettivo è dare loro un metodo, stimolando il senso critico e armonizzando le loro capacità di risolvere problemi», sottolinea Dennis Bignami, docente di Economia aziendale. E l’insegnante di Lingue, Laura Viganò, ricorda come «l’obiettivo non è il voto in sé, ma la capacità di utilizzare gli strumenti a disposizione, che vale per la vita, ben oltre il passaggio dell’Esame di Stato».
Che, però, ha anche valore legale e deve veder garantita l’autenticità del lavoro svolto dai candidati. E, sotto questo profilo, svolgere il tema in classe o a casa fa molta differenza. «Certo – sbotta la preside –. Sarebbe davvero un peccato, in primo luogo per gli stessi ragazzi, sostenere la Maturità a casa. Perché sarebbero davvero soli e non, invece, parte di una comunità di mezzo milione di persone che, insieme, dicono pubblicamente di essere giunti al termine di un percorso formativo e di essere pronti ad affrontare nuove sfide. Circa la validità della prova – aggiunge la dirigente – credo si debba spostare l’asse dalle nozioni alle competenze. Che se non si possiedono, non si possono copiare da nessuna parte. Quindi, sì. L’Esame di Stato si può fare online. Anche se spero non sia questo il finale».

«Fare le prove a casa ci responsabilizza»

Auspicio condiviso dagli stessi studenti. «La didattica digitale è una valida alternativa, ma la scuola mi manca», ammette Giulia Minerva, studentessa del “Tosi”. «A casa ho potuto utilizzare l’Ipad, cosa che mi ha certamente agevolato. Ma l’Esame vorrei tanto farlo a scuola». Così la pensa anche la compagna di banco Aurora Bezzon, che già sente salire l’ansia per la prova ormai alle porte. Perché, online o no, è pur sempre la Maturità. «Il fatto di essere a casa, da soli, per certi aspetti ci responsabilizza – aggiunge la giovane –. Questa è comunque un’opportunità per la nostra crescita. Barare farebbe male prima di tutto a noi».

«Soltanto l'orale sarebbe legale»

Se i 500mila candidati la pensassero tutti come Giulia e Aurora, non avrebbero ragion d’essere i dubbi di Salvatore Giuliano, intorno al valore legale di una prova d’esame scritta svolta a domicilio. Per l’ex-sottosegretario all’Istruzione e dirigente dell’Istituto “Majorana” di Brindisi, invece, il solo esame che potrebbe avere valore legale sarebbe il colloquio orale. Ed è proprio ciò che, da qualche settimana, sta simulando con gli studenti delle quinte e delle quarte classi dei percorsi quadriennali. «Il titolo di studio ha valore legale – ricorda – e i lavori dell’Esame devono essere registrati e restare agli atti della scuola. L’unica prova che dà garanzie di autenticità è il colloquio orale. E non è nemmeno detto che, se le scuole non dovessero riaprire, non sia proprio questa, alla fine, l’unica parte della Maturità 2020».
Sul problema del controllo degli studenti, insiste anche Beatrice Vignao, insegnante di Chimica organica, che ricorda come, attraverso l’esame orale, si possano comunque verificare «non soltanto le conoscenze dei ragazzi, ma anche la loro capacità di utilizzare ciò che hanno appreso per la soluzione di problemi reali». La collega Rossella Palmizio, punta molto anche sul senso di responsabilità degli studenti. «Hanno capito che per loro è un’occasione unica e si stanno comportando molto bene, anche a distanza». Giudizio condiviso anche dalla prof di Impianti tecnologici, Maria Rosaria Serio. «Stanno dando prova di grande maturità. Ancor prima di aver sostenuto l’Esame».

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