martedì 21 novembre 2023
Da Bruxelles un sì con riserva. Gentiloni: non è una bocciatura. Francia nel mirino
Il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni

Il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni - ANSA

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Il documento programmatico di bilancio dell'Italia per il 2024, la manovra economica, "non è pienamente in linea con le raccomandazioni del Consiglio". La Commissione Europea mette nel mirino i conti dell'Italia, insieme a quelli di altri 8 Paesi dell'area euro, tra cui la Germania. Quattro i Paesi bocciati, tra i quali la Francia, ai quali viene invece chiesto di adottare subito misure per garantire che il bilancio sia in linea con le raccomandazioni. Sette Paesi che sono stati invece promossi dall'esecutivo di Bruxelles. L'invito all'Italia è quello di "tenersi pronta ad adottare le misure necessarie" per superare lo squilibrio macroeconomico rilevato, che sarà oggetto di esami approfonditi da parte della Commissione, come quello degli altri Paesi non promossi.
"Non si tratta di una bocciatura, si tratta di un invito alla prudenza di bilancio e di un invito a utilizzare al meglio le risorse comuni europee", ha spiegato il commissario europeo Paolo Gentiloni in conferenza stampa. "Noi per definizione abbiamo un rapporto costruttivo col governo italiano, come con i governi dell'Unione in generale", ha detto e nel caso di questa legge di bilancio "la nostra opinione dice che non è pienamente in linea con le raccomandazioni europee", tradotto "non è una bocciatura".

La Commissione Ue ritiene "che l'Italia abbia compiuto progressi limitati per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni di bilancio formulate dal Consiglio il 14 luglio 2023 e invita le autorità italiane ad accelerare i progressi". I rilievi riguardano soprattutto il tasso di crescita nel 2024 della spesa primaria netta (cioè al netto degli interessi sul debito pubblico) che sarebbe superiore al tasso di crescita dello 0,6% del Pil" e pertanto valutata come "non completamente in linea con la raccomandazione".


Nella manovra 2024 i risparmi dalla graduale eliminazione delle misure di sostegno energetico "non verranno interamente realizzati per ridurre il disavanzo pubblico", nota la Commissione. Allo stesso tempo, la manovra include diverse nuove ed estese misure di entrate e spese per il 2024 che non sono direttamente correlate all'evoluzione dei prezzi dell'energia. Questi includono, si spiega, la proroga al 2024 dei tagli ai contributi previdenziali per coloro che hanno redditi bassi e medi; una detrazione fiscale per le imprese che assumono dipendenti su base permanente; e un primo passo della riforma fiscale generale che accorpa la prima e la seconda fascia d'imposta sul reddito, aumenta l'area di esenzione fiscale e rivede le detrazioni fiscali sui redditi elevati. Per quanto riguarda le spese, il progetto di bilancio include fondi aggiuntivi per il rinnovo dei contratti salariali pubblici 2022-2024, la proroga fino al 2024 di alcuni schemi di prepensionamento (con alcune modifiche), misure volte a sostenere la natalità e fondi aggiuntivi per il settore sanitario, le autorita' locali e le aree colpite dalle inondazioni nel maggio 2023. Queste misure sono in parte compensate dal risparmio di spesa insieme a una revisione limitata della spesa per le amministrazioni pubbliche, nonché da alcune piccole misure di aumento delle entrate. Ma nel complesso il costo aggregato di queste misure è stimato dalla Commissione allo 0,7% del Pil nel 2024 e "si prevede che la maggior parte di esse avrà un effetto permanente". "Questi interventi - prosegue il testo - , compresa la revisione delle detrazioni fiscali, hanno una portata piuttosto limitata e non affrontano l'erosione della base imponibile, ulteriormente ridotta lo scorso anno con l'estensione dei regimi forfettari per i lavoratori autonomi". Per l'esecutivo europeo, l'Italia dovrebbe inoltre continuare a garantire l'effettivo assorbimento dei sussidi del Recovery e di altri fondi dell'Ue.

La Commissione prevede che il disavanzo di bilancio nominale dell'Italia sarà al 4,4% del Pil nel 2024, al di sopra del valore di riferimento del trattato pari al 3% del Pil, e il rapporto debito pubblico/Pil al 140,6%. Numeri che fanno dell'Italia uno dei Paesi a rischio di procedura d'infrazione per deficit eccessivo.






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