lunedì 30 settembre 2019
Dopo un contenzioso decennale, la Sony e l'editore "Acqua azzurra" danno il via libera per le canzoni con Mogol. Una opportunità per i giovani di conoscere una parte della nostra storia musicale
Lucio Battisti in una foto d'archivio

Lucio Battisti in una foto d'archivio

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29 settembre 2019: è questa la data in cui Lucio Battisti rinasce. In digitale. Una data non casuale, visto che "29 settembre" è il titolo di una delle sue canzoni più famose, scritta per l'Equipe 84. Domenica su tutte le piattaforme online di streaming e di download, da Spotify a TimMusic fino a iTunes e Deezer, sono finalmente sbarcate le canzoni più amate della musica leggera firmate dallo storico duo Battisti-Mogol, da Comunque bella ad Acqua Azzurra, acqua chiara, da Balla Linda a I Giardini di marzo.

Dopo anni di contenzioso, la Sony Music e l'editore Acqua Azzurra hanno fatto un regalo attesissimo dai fan. Che in effetti hanno ripagato aprendo il portafoglio: in poche ore sulla piattaforma iTunes gli album di Battisti-Mogol hanno scalato le classifiche di download e lunedì pomeriggio su Spotify 29 settembre aveva già totalizzato 400mila ascolti, e Mi ritorni in mente 300mila. Per avere un termine di paragone: Lucio Dalla su Spotify registra 910mila ascolti al mese.

Sono stati resi disponibili all'ascolto o al download 12 album che contengono alcuni dei titoli più preziosi della storia della musica popolare italia e non solo, tutti quelli prodotti con Mogol.

Ci sono diversi motivi per gioire della fine del bando digitale, dovuto a questioni di diritti gestiti dalla famiglia di Battisti, finora contraria, al contrario del paroliere Giulio Rapetti in arte Mogol. In primo luogo, il motivo più ovvio: le generazioni che hanno seguito Battisti nella sua folgorante carriera, ne hanno collezionato gli album "fisici" e ne hanno pianto la morte, avvenuta nel 1998 a 55 anni, potranno ora ascoltare le loro canzoni preferite dovunque, liberi dal supporto fisico: potranno tornare a c antarlo in automobile, in palestra, passeggiando. In secondo luogo, perché è un regalo enorme fato alle generazioni più giovani, quella dei ventenni, nati con la musica digitale e finora esclusi dalla discografia di Battisti. I ragazzi cresciuti a pane e rap potranno finalmente conoscere un autore che non merita di finire in soffitta. Si può dire che domenica Battisti è nato un'altra volta.

Già da tempo i dati del mercato, infatti, indicano che le fasce più giovani di pubblico consumano musica prevalentemente online: il che significa, appunto, che le nuove generazioni non conoscono Battisti, non lo hanno ascoltato. E se lo hanno fatto è accaduto solo su suggerimento di qualcuno più in là negli anni e che è in possesso di un supporto fisico, cd e vinili. Finora non c'era stato altro canale di diffusione, perché il divieto riguardava anche la pubblicità e le colonne sonore (sono pochissimi i casi in cui è stata concesso un brano per un film).

Ed è un fatto culturalmente grave perché Lucio Battisti, il cui ultimo album, "Hegel", è stato pubblicato il 29 settembre di 25 anni fa, è stato uno dei geni assoluti della musica del nostro Paese, uno straordinario innovatore che ha introdotto nella canzone italiana forme musicali e metriche della tradizione inglese e americana, uno sperimentatore allergico ai meccanismi del mercato ma attentissimo alle possibilità della tecnologia, sia per ciò che concerne gli strumenti musicali che, soprattutto, il lavoro in sala di registrazione.

L'approdo sulle piattaforme digitali di ascolto e distribuzione, oltre che un'importante operazione commerciale è anche un evento culturale, in un momento in cui la scena musicale e sociale è radicalmente mutata ed esiste un'evidente frattura tra le nuove generazioni e quelle precedenti. Il fatto che ora Battisti sia ascoltabile anche da chi non è abituato al consumo tradizionale offre anche ai giovanissimi abituati ai suoni della Trap la possibilità di assimilare la lezione di un artista che ha cambiato le regole del gioco musicale.

Se Battisti sarà apprezzato anche ai giovani come è apprezzato ancora agli adulti, potrebbe essere lui il trait-d'union che unisce le generazioni?

Resta una lacuna: almeno per il momento, i cinque album scritti da Battisti con Panella, dall'86 al '94, da "Don Giovanni" a "Hegel", non saranno disponibili online per motivi legati alla gestione dei diritti. Manca infatti ancora il consenso dell'editore 'Aquilone', che gestisce i dischi di Battisti con Panella.

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