martedì 8 agosto 2017
Ancora nessun indagato. Attracco vietato alla nave di una Ong spagnola
Le Ong lanciano nuove accuse: «Manomessi i tracciati radar»
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«Stiamo prendendo in considerazione la possibilità che i nostri dati di navigazione siano stati manomessi da soggetti esterni». A dirlo è Julian Pahlke, portavoce della ong tedesca Jugend Rettet proprietaria della nave Iuventa, da mercoledì sottoposta a sequestro preventivo dalla Procura di Trapani, che ipotizza contro ignoti contatti con i trafficanti di migranti. In questi giorni gli investigatori stanno analizzando documenti e supporti informatici sequestrati a bordo. «Stiamo leggendo la stampa e le accuse della Procura di Trapani - continua Julian Pahlke - ma quelli sono 'pescatori di motori' che in alcuni casi ci hanno anche attaccato». Pahlke sostiene inoltre che «quando non siamo sicuri se possiamo bruciare e distruggere la barca dobbiamo sempre dire al nostro equipaggio di tornare indietro, per non provocarli. Il nostro equipaggio non è armato e non è protetto».

Anche il fondatore della ong Pro Activa Open Arms, Oscar Campi, dopo la pubblicazione di alcune immagini dal profilo ufficiale del progetto Defend Europe, ha scritto «il nostro segnale Ais è stato hackerato per mostrare che siamo in acque libiche, ma non è vero e la Guardia Costiera viene informata ogni 2 ore della nostra posizione». Dal canto suo Medici Senza Frontiere segnala di non avere ricevuto «alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura di Trapani né - si legge in una nota – da altre Procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare». Le accuse trapelate su alcune testate «ci erano state rivolte alcuni mesi fa, ma non e- rano seguite altre azioni o informazioni».

Dello stesso tenore il commento di Save the Children, che «non è al momento a conoscenza di alcun provvedimento emesso a carico dell’organizzazione». L’ong ribadisce inoltre «di aver operato sempre sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana e di aver agito nel massimo rispetto della legge, in piena trasparenza e collaborazione con le autorità».

Intanto l’Italia avrebbe negato alla nave dell’ong spagnola Open Arms il permesso di sbarcare a Lampedusa tre migranti, a causa del mancato rispetto del codice di condotta varato dal governo nei giorni scorsi. In questo momento, scrive il Times of Malta, l’imbarcazione si trova ferma al largo delle coste di Malta in attesa dell’autorizzazione a sbarcare nell’isola. «Pare che alcuni dei volontari stiano chiedendo di scendere a Malta per potersi imbarcare su un volo», scrive il quotidiano maltese, «perciò è stata inviata una lancia».

Nelle stesse ore la nave Peluso della Guardia Costiera italiana è approdata a Pozzallo con circa 400 migranti. La nave italiana ha effettuato due salvataggi diretti, mettendo in sicurezza i migranti che erano a bordo di due gommoni (152 nel primo e 126 nel secondo).

Polemiche e inchieste non fermano però le traversate. E il codice di condotta delle Ong non può bloccare le navi. Infatti, la 'Vos Prudence' di 'Medici senza frontiere' impegnata nei soccorsi in mare dei migranti dopo avere trasbordato 127 migranti su motovedette della Guardia Costiera è stata comunque fatta entrare nel porto di Catania dove sosterà fino al 10 agosto per uno scalo tecnico e per procedere ai rifornimenti.

In teoria il personale potrebbe essere convocato dagli investigatori. «Ci siamo messi a disposizione delle Procure per fornire qualunque spiegazione richiesta su ogni nostra attività e ribadiamo questa totale disponibilità – spiega Msf –, insieme all’auspicio di avere indicazioni precise sugli episodi eventualmente contestati». Da Trapani la procura ribadisce che non ci sono indagati e che se violazioni vi sono state non sono ascrivibili alle ong ma ad alcuni loro componenti.

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