mercoledì 29 giugno 2022
La pandemia ha peggiorato la loro condizione. La denuncia dell'Osservatorio sulle migrazioni
La pandemia ha ulteriormente aggravato la condizione degli immigrati

La pandemia ha ulteriormente aggravato la condizione degli immigrati - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

La pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione già non rosea degli immigrati residenti nel Lazio (635.569, il 12,3% di quelli residenti in Italia) e li ha resi più «isolati dalla digitalizzazione dei servizi pubblici, sempre meno occupati e sempre più assenti nelle scuole d’infanzia e primarie». È la denuncia, dati alla mano, del 17° Rapporto “Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio”, curato dal Centro studi e ricerche Idos e dall’Istituto di Studi Politici S. Pio V. Eppure «il numero dei nuovi permessi di soggiorno rilasciati nell’anno è stato il più basso dell’ultimo decennio (poco più di 100mila in Italia e 12.061 nel Lazio: -39,9% e -42,4% rispetto al 2019), a causa della riduzione dei flussi migratori durante la pandemia e delle forti restrizioni normative in materia. Le dinamiche escludenti della burocrazia sono aumentate durante l’emergenza Covid, per la riduzione delle attività in presenza di molti uffici pubblici adibiti a servizi essenziali o al rilascio dei documenti necessari e per le difficoltà di accesso alle procedure online da parte degli immigrati», evidenzia lo studio, aggiungendo che a Roma, tra il 2019 e il 2020, «la diminuzione degli occupati stranieri ha superato largamente quella degli italiani (-8,5% contro -1,7%)».
Ma la pandemia ha innescato altre conseguenze negative: per la prima volta nella regione «gli alunni stranieri (80.051 nell’anno scolastico 2020/2021, il 10% del totale) sono diminuiti, soprattutto nella scuola dell’infanzia (-7,2% contro una media del -5,8% in questo grado) e in quella primaria (-2,0%), frutto di un anno pandemico che ha visto ricorrenti chiusure e quarantene nelle scuole, e bambini più piccoli tenuti a casa da molte famiglie immigrate, per ragioni economiche, di tutela sanitaria, ma anche per difficoltà di accesso alle procedure online». Cifre che denotano come «l’onda lunga del Covid si sta ripercuotendo più fortemente sulla vita dei cittadini più fragili, in particolare su quelli di origine immigrata, già soggetti a una macchina amministrativa respingente che li esclude da molti diritti. Idos vuole dare il suo contributo affinché le leggi, le procedure amministrative, la digitalizzazione, la messa online di tanti servizi e sportelli, la crisi del mercato del lavoro, non producano ulteriore esclusione e isolamento degli immigrati, ma siano da stimolo per politiche e interventi capaci di sostenerli se restano indietro», ha sottolineato Ginevra Demaio, curatrice del Rapporto.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI