venerdì 18 settembre 2020
A Isola di Capo Rizzuto, in Calabria, il Comune è alla ricerca di spazi ma non riesce a sbloccare la matassa relativa ai beni tolti ai clan La villa confiscata e mai utilizzata come scuola
La villa confiscata e mai utilizzata come scuola

La villa confiscata e mai utilizzata come scuola - .

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La grande villa a tre piani è senza porte e finestre, l’impianto elettrico strappato. Le piante di Bouganville sono cresciute senza controllo invadendo il bel giardino e il muro di cinta. E poi mucchi di rifiuti e il campetto sportivo devastato. Era la lussuosa villa di Vincenzo Colacchio, esponente della famiglia Arena, la potente e violenta cosca di Isola di Capo Rizzuto. Confiscata al nipote del boss Antonio Arena, era stata ristrutturata dal Comune tra il 2008 e il 2013 con una spesa di oltre 600mila euro per farne una scuola. Cambiata l’amministrazione, sciolto il Comune per infiltrazione mafiosa, ritornato un sindaco, quella villa non è mai diventata una scuola, abbandonata, vandalizzata, non riparata.

Nè da due amministrazioni nè, incredibile, dalla commissione straordinaria che ha guidato il comune per due anni. E dopo sette anni è lì, simbolo di una sconfitta, di uno spreco, di pessima amministrazione. E questo proprio mentre il Comune è alla ricerca di spazi per la riapertura scolastica. Lo ha chiesto alla parrocchia, che ha dato la massima disponibilità, come ci ha confermato il parroco, don Francesco Gentile. E ha sondato anche la cooperativa Terre joniche-Libera terra, che gestisce beni confiscati agli Arena, tra i quali una grande villa trasformata in agriturismo. Soluzioni di emergenza. Ma la scuola nella villa no, malgrado ci siano addirittura i fondi per riparare i danni. Non se ne parla. E rimane lì a degradarsi ulteriormente. Siamo in una zona chiamata 'Parco Insiti', al numero 8 di via Nilde Iotti. Questa assurda storia, l’opposto di quella positiva di Casal di Principe che abbiamo raccontato lo scorso lunedì, comincia bene nel 2008 quando a guidare il comune è Carolina Girasole, sindaca coraggiosa molto impegnata proprio sui beni confiscati, mai poi finita del tritacarne di un’inchiesta incredibile e sbagliata per la quale è stata poi assolta con formula piena in primo grado e in appello.

Quando viene eletta, trova la villa assegnata da tempo al Comune ma inutilizzata, come gran parte dei beni confiscati agli Arena, e vandalizzata. Ottiene dalla Regione Calabria un finanziamento di ben 650mila per realizzare la scuola, compreso un campo sportivo polivalente. Tutto è pronto nel 2013, ma la Girasole non viene rieletta. Il successore, Gianluca Bruno, non se ne occupa. E via via la villa viene depredata. Il comune stanzia dei fondi per ripararla ma i lavori non partono. Anche per inquietanti vicende giudiziarie. Il sindaco finisce indagato nell’operazione Jonny, sugli affari degli Arena nella gestione del Cara, l’enorme centro per immigrati, che vede coinvolti anche il parroco di Isola di Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio e il presidente della Misericordia, che gestisce il Cara, Leonardo Sacco, condannati rispettivamente a 14 e 17 anni per associazione mafiosa. La conseguenza è lo scioglimento del comune per condizionamento mafioso il 24 novembre 2017. Arriva la commissione straordinaria che nel 2018 fa un bando per l’assegnazione della villa.

Ma non era già deciso che fosse una scuola, di cui Isola ha necessità anche a prescindere del Covid? Comunque la villa viene assegnata a una cooperativa di Isola che si occupa di progetti educativi. Ma dopo due anni non si è fatto nulla. Nè ripararla nè farla funzionare. Non lo ha fatto la commissione straordinaria e neanche la nuova giunta, guidata da Maria Grazia Vittimberga, eletta nel novembre 2019. Mentre crescono abbandono e degrado. Eppure basterebbe poco, perchè la struttura malgrado i danneggiamenti è in buone condizioni e basterebbe rimettere gli infissi e ripristinare l’impianto elettrico.

Una spesa non alta e si avrebbero una decina di aule, preziosissime in questo momento, così come l’impianto sportivo utilissimo per le ore di educazione fisica anche per altre scuole. E invece nessuno ne parla e si propongono altre soluzioni molto più costose e che richiederebbero lunghi lavori di ristrutturazione, come l’ex hotel Fly, il località Sant’Anna, proprio vicino al Cara, anch’esso confiscato ma in pessime condizioni. Mentre la villa sarebbe agibile in poco tempo. Invece resta inutilizzata come, purtroppo, altri beni a Isola di Capo Rizzuto, terra dove la ’ndrangheta 'silente' è ancora una presenza che condiziona.

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