mercoledì 23 dicembre 2020
Nel Regno Unito preoccupazione e nuova stretta. La Fondazione Gimbe: gli effetti delle restrizioni si stanno esaurendo.
14.522 contagi e 553 morti (superati i 70.000). La variante inglese in Italia
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Il bollettino odierno riporta 14.522 nuovi casi di contagio e 553 morti. Queste ultime portano il totale a oltre 70mila vittime da inizio epidemia.

Sono 175.364 i tamponi per il ​coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Rispetto a ieri (166.205) i test sono in aumento di circa 9 mila. Il tasso di positività (rapporto tra contagi individuati e i tamponi effettuati) è di quasi l'8,3%, in leggero aumento rispetto all'8,01% di ieri.

I pazienti in terapia intensiva per il Covid-19 in Italia diminuiscono di 63 unità nel saldo tra ingressi e uscite, secondo i dati del ministero della Salute. Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 216. In totale ci sono ora in rianimazione 2.624 persone. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari invece sono ora 24.546, in calo di 402 unità rispetto al giorno precedente.

La variante inglese in Italia​

Un caso della cosiddetta variante inglese del Covid-19 è stato rilevato a Loreto (Ancona). Una sequenza parziale, secondo quanto anticipa oggi il Corriere Adriatico, è stata individuata dal Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona: si tratta di una persona che non ha avuto collegamenti diretti con la Gran Bretagna e che si è sottoposta a tampone molecolare nei giorni scorsi perché aveva un forte raffreddore e che ora è in isolamento con la famiglia.

“Nel frattempo abbiamo approfondito gli aggiornamenti e ora sappiamo che si tratta della variante inglese”, spiega Stefano Menzo, il direttore del Laboratorio. E dalla Gran Bretagna arriva la notizia che è più contagiosa (leggi sotto)

La possibilità che la nuova variante del Covid-19 circoli in Italia già da un po’ di tempo era stata evidenziata anche da Agostino Miozzo, il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (Cts). “Che il problema sia esploso domenica tra le 11 e le 18 è poco probabile. Questa variante, che non è la prima e non sarà l’ultima, perché dobbiamo aspettarcene altre, è probabile che sia circolata molto nel nostro Paese, magari già a partire da settembre”.

"È possibile che questa variante inglese circoli da tempo in Italia ma non ce ne siamo accorti perché non abbiamo fatto una sorveglianza molecolare, cosa che invece è ciò che bisogna fare per tener conto di varianti che circolano in una determinata area. Abbiamo fatto un lavoro, in fase di pre-pubblicazione, dove dimostriamo come ci siano almeno 13 varianti che circolano in Italia. Questo è dovuto a mutazioni
del virus, ma non alterano la sua pericolosità", lo afferma Massimo Ciccozzi, ordinario di statistica medica ed epidemiologia molecolare all'Università Campus Bio-Medico di Roma.

"Sulla variante inglese si è fatto troppo allarmismo", cerca di rassicurare il presidente di Aifa, Giorgio Palù ospite oggi del punto stampa della Regione Veneto, spiegando che "la variante inglese è in Italia anche su chi non è mai andato in Inghilterra, è stato rilevato oggi ad Ancona", e quindi "bastava sequenziare di più per trovare il virus in questa variante. Da quello che sappiamo non è più grave del virus originario, quindi è un virus che muta. La variante inglese si è diffusa già da settembre e c'è anche in Italia". Inoltre: "Ci sono dati che danno indicazioni che il vaccino vale anche per la variante inglese".

Gran Bretagna: il virus corre veloce, nuove restrizioni​

In Gran Bretagna, però, questa mutazione, secondo le autorità, del virus si sta diffondendo a un "ritmo pericoloso". "Abbiamo scoperto che la nuova variante del coronavirus è molto contagiosa", ha dichiarato oggi in conferenza stampa il Segretario alla Salute britannico Matt Hancock, annunciando che a Santo Stefano verranno introdotte nuove restrizioni perché "è fondamentale agire in fretta".

Monitoraggio Gimbe: i casi tornano ad aumentare​

Gli effetti delle misure restrittive adottate il 3 novembre scorso si stanno esaurendo, e in 6 regioni, Basilicata, Calabria, Lombardia, Marche, Sardegna e Val d'Aosta, si assiste ad un'inversione di tendenza nell'aumento dei casi.

Lo sottolinea la Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio della settimana tra il 16 e 22 dicembre rileva, rispetto alla precedente, una flessione del 5,6% dei nuovi casi (106.794 contro 113.182) e una sostanziale stabilità dei casi testati (465.534 contro 462.645).

Ancora sopra la soglia di sicurezza i posti letto occupati in area medica e terapia intensiva. I dati mostrano una riduzione del 9,2% dei casi attualmente positivi (605.955 contro 667.303) dell'8,8% dei ricoveri con sintomi (24.948 contro 27.342) e del 10,5% in terapia intensiva (2.687 contro 3.003), mentre calano del 13,7% i decessi (3.985 contro 4.617). "I dati di questa settimana - commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - confermano che la frenata del contagio è sempre meno evidente, come documentato dalla modesta riduzione dell'incremento percentuale dei casi totali (5,7% contro 6,4%) e dalla lieve flessione dei nuovi casi settimanali (-5,6%)".

Anche se le situazioni regionali sono eterogenee, è evidente, secondo Gimbe, che le misure di contenimento introdotte con il DPCM del 3 novembre stanno esaurendo i loro effetti. "L'incremento percentuale dei casi per 100.000 abitanti - aggiunge Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari Gimbe - che la scorsa settimana era in flessione in tutto il Paese, questa settimana ha invertito la tendenza in 6 Regioni".

L'aumento più alto è quello di Sardegna (+8%) e Marche (7,4%), quello più basso della Val d'Aostra (+2,4%). Per quanto riguarda i ricoveri, continua la lenta discesa delle curve, ma l'occupazione da parte di pazienti Covid supera ancora la soglia del 40% nei reparti di area medica in 9 regioni, e quella del 30% nei reparti di terapia intensiva in 8 regioni. La curva dei decessi sale in maniera meno ripida, ma il numero è ancora molto elevato e sfiora i 4.000.


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