mercoledì 28 novembre 2012
​In Italia ci si sposa di meno perché al vincolo matrimoniale si preferiscono le unioni di fatto, passate da circa mezzo milione nel 2007 a 972mila nel biennio 2010-2011. È quanto evidenziato da una ricerca dell'Istat.
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In Italia ci si sposa di meno perché al vincolo matrimoniale si preferiscono in maniera sempre più evidente le unioni di fatto passate da circa mezzo milione nel 2007 a 972mila nel biennio 2010-2011. È quanto spicca da una ricerca dell'Istat che, a conferma di questo mutato atteggiamento delle coppie, spiega come sia in continuo aumento l'incidenza di bambini nati fuori del matrimonio: nel 2011 un nato su 4 ha genitori non coniugati. Accanto alla scelta dell'unione di fatto, sono in continua crescita le convivenze pre-matrimoniali, che possono avere un effetto sulla posticipazione del primo matrimonio. Ma a determinare il rinvio delle prime nozze, secondo l'Istat, è soprattutto la più prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine. Nel biennio 2010-2011 vivono nella famiglia di origine il 50% dei maschi e il 34% delle femmine tra i 25 e i 34 anni. Questo fenomeno dipende da vari fattori: l'aumento diffuso della scolarizzazione e l'allungamento dei tempi formativi, le difficoltà che incontrano i ragazzi che si avvicinano al mondo del lavoro, la condizione di precariato del lavoro stesso, la difficoltà di acquistare un'abitazione. A complicare il tutto, la congiuntura economica sfavorevole di questi ultimi anni che ha contribuito a diffondere un senso di incertezza e di insicurezza dei giovani con una ricaduta negativa "sui comportamenti nuziali".
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