sabato 24 novembre 2012
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«Le chiedo la pazienza che voi giornali non avete mai, la pazienza di una piccola premessa da costituzionalista e studioso di sistemi elettorali...».
Senatore Stefano Ceccanti (Pd), dica pure...
Contrariamente a quanto pensano tutti, l’attuale legge elettorale non prescrive che ci sia il nome del candidato premier sulla scheda, è una "usanza" per la quale non esiste nessun vincolo di legge, una consuetudine iniziata nel ’96 con i "popolari per Prodi" e proseguita poi nel 2001 con centrosinistra e centrodestra che indicarono Rutelli e Berlusconi. Dunque, chiunque voglia può mettere sulla scheda il suo preferito per Palazzo Chigi. Chiunque, insomma, può indicare Monti, ammesso che lui sia d’accordo.
Ma Monti, essendo senatore a vita, non può candidarsi in Parlamento.
Qualcuno ipotizza che Monti si potrebbe anche candidare da deputato o senatore dimettendosi prima da senatore a vita. Si discute se sia legittimo o meno, ma è un puro caso di scuola, perché il professore non ha alcuna intenzione di fare ciò. È vero invece che il Porcellum prevede la figura del "capo della lista o della coalizione", attraverso il quale i partiti dicono quale sarà il loro nome quando inizieranno le consultazioni per Palazzo Chigi. Ma la verità è che tu puoi contare sul fatto che il Colle nomini il tuo premier solo quando hai un numero di voti che si traduce in una maggioranza di seggi autosufficiente.
Dunque?
Dunque conta solo la maggioranza autosufficiente, la figura del "capo della lista" e il nome sulla scheda non aggiungono assolutamente nulla, sono mere sovrastrutture. Un esempio: con il Porcellum, se hai una maggioranza alla Camera e un’altra al Senato, può venir fuori un terzo nome non previsto.
E allora, come leggere le parole di Napolitano?
Credo che nelle parole del capo dello Stato non ci sia un ragionamento di legittimità costituzionale ma di opportunità politica e latamente istituzionale. Monti è stato il premier superpartes di una maggioranza eterogenea, se entra in gioco con una sola componente si mettono a rischio gli ultimi mesi di governo.
In sostanza la Carta non c’entra, il ruolo di senatore a vita neppure...
Questo dibattito è colpa di un clima politico confuso, in cui l’offerta agli elettori è friabile e poco chiara. Ma non c’è dubbio: non ci sono vincoli per cui Monti non possa essere indicato premier, né nella Carta né nell’attuale legge elettorale. Altra questione è se ciò sia opportuno.
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