sabato 24 novembre 2012
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Esiste un progetto Polesine?Esiste - risponde Angelo Zanellato, presidente del Consorzio per lo sviluppo del Polesine (Consvipo) - ed è centrato sulla promozione dell’immagine di quest’area come un tipico prodotto made in Italy. Vogliamo investire per far conoscere la nostra vocazione turistica, basata su proposte e itinerari di qualità, unici al mondo, ispirati al "turismo". Questo è possibile anche grazie alla presenza del Parco del Delta del Po, una delle zone umide più importanti d’Europa, dove si trova Villa Badoer, di Andrea Palladio, patrimonio Unesco, e un mare che attira ogni anno milioni di turisti anche stranieri per un soggiorno attivo: in bicicletta, a piedi, in barca, a cavallo...  Quale peso ha la gastronomia in questa proposta?Posso rispondere elencando i prodotti tipici polesani: l’insalata di Lusia IGP, il Riso del Delta del Po IGP, il Radicchio di Chioggia IGP, l’Aglio Bianco Polesano DOP, e poi il pescato con la Cozza di Scardovari, l’Anguilla del Delta del Po, la Vongola Verace del Polesine...Economicamente parlando, oggi cos’è il Polesine?Un territorio in cui crescono a vista d’occhio le energie alternative - recentemente sono stati realizzati 61 impianti fotovoltaici solo su edifici pubblici -, che alimenta una buona presenza universitaria e investe in cultura, che scommette sull’artigianato, ricordo il distretto della giostra e quello ittico. L’economia del mare nella sola provincia di Rovigo dà lavoro a 284 imprese, per un totale di oltre 3.500 addetti.
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