
Mentre il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, annuncia in televisione che «per il prossimo anno scolastico noi vorremmo vietare l'uso del cellulare, anche per scopo didattico, nelle scuole superiori» - come già avviene fino alla terza media - dagli studenti arriva la richiesta di una Carta del diritto all'inovazione, per un utilizzo sempre più consapevole e responsabile della Rete. Ma, anche, per «non restare indietro» rispetto ai coetanei di altri Paesi. Si gioca tra questi due estremi, la nuova partita sull'impatto di Internet e, soprattutto, dei social sulla vita, l'educazione e la crescita delle nuove generazioni. Che, alle «barriere tecnologiche» e ai «divieti», preferiscono «formazione» e «responsabilizzazione».
Lo hanno detto chiaro e forte i circa 2.500 ragazzi e ragazze tra i 10 e i 25 anni, coinvolti dal portale Skuola.net - che quest'anno compie 25 anni - e da Meta in una consultazione nazionale che ha prodotto gli otto punti programmatici della Carta del diritto all'innovazione. In estrema sintesi, i giovani chiedono «una dimensione digitale accessibile a tutti» - preferibilmente in banda larga - ma «arginata nelle sue possibili conseguenze negative». Proteggendo, cioè, coloro che potrebbero essere maggiormente esposti ai pericoli ma, nel contempo, evitando che le misure prese in questa direzione rappresentino un ostacolo alle opportunità che le nuove tecnologie ci offrono. Per scongiurare il rischio che i nostri giovani partano da una posizione di svantaggio competitivo rispetto al resto del mondo. La Carta sarà presentata ai decisori politici e alle Autorità di garanzia in materia di comunicazioni e privacy.
Ecco, in rigoroso ordine d’importanza, le priorità da attuare che le ragazze e i ragazzi hanno affidato loro:
1. Diritto alla sicurezza delle piattaforme
Garantire un impegno da parte dei fornitori di servizi digitali a progettare esperienze adeguate all'età controllando l’esposizione a contenuti o interazioni che possano contribuire in modo negativo al benessere personale, in particolare sotto l’aspetto psico-fisico e finanziario.
2. Diritto alla connessione
Sviluppare politiche e iniziative che consentano a tutti i giovani, indipendemente dal reddito familiare e dal luogo di residenza, di avere accesso ad una connessione in banda larga, personale e a costi accessibili, nonché alla fruizione di una estesa rete di connessioni gratuite e affidabili nei luoghi pubblici.
3. Diritto alla tecnologia giusta all’età giusta
Tutelare i più piccoli dall’accesso a tecnologie o contenuti che potrebbero essere dannosi ma, allo stesso tempo, conservando il diritto di chi ha l’età giusta di fruire facilmente di piattaforme e contenuti idonei senza che questo renda necessario rinunciare a privacy e libertà individuale.
4. Diritto alla disconnessione
Sviluppare politiche e iniziative che consentano di offrire ai giovani piattaforme e tecnologie digitali in grado di non innescare meccanismi di dipendenza, per permettere loro di ridurre o controllare il tempo di utilizzo.
5. Diritto al “vaccino digitale”
Garantire a ogni giovane il diritto/dovere di accedere a corsi di formazione per poter imparare a riconoscere le fake news e i deepfake in modo da poter formare una opinione personale senza essere condizionato da notizie false.
6. Diritto all’educazione digitale
Sviluppare politiche e iniziative che privilegino al proibizionismo digitale l’educazione e la formazione, per consentire a tutti i bambini e agli adolescenti lo sviluppo di un rapporto consapevole con la tecnologia, ai fini del benessere personale e dell’occupabilità in ottica futura.
7. Diritto alla parità tecnologica
Sviluppare politiche e iniziative che consentano ai giovani italiani di avere gli stessi diritti di accesso a tecnologie innovative - come ad esempio gli ultimi modelli di intelligenza artificiale - rispetto a quelli garantiti negli altri altri paesi europei e nel resto del mondo.
8. Diritto alla partecipazione digitale
Consentire ai più giovani - che spesso sono i maggiori fruitori di tecnologie e contenuti digitali - di essere permanentemente consultati da organi legislativi e fornitori di servizi digitali in merito a decisioni che hanno un diretto impatto sulla loro esperienza online.