venerdì 10 novembre 2023
No della Corte d'appello britannica alla richiesta di sospendere il distacco delle macchine che tengono in vita la piccola e al suo trasferimento in Italia. Lettera della premier Meloni
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Per Indi Gregory sembra svanire anche l'ultima speranza. L'appello dei genitori della piccola per impedire il distacco delle macchine che la tengono in vita è stato rifiutato. Lo hanno deciso i giudici inglesi al termine dell'udienza di oggi. Il termine per il distacco dei supporti vitali è fissato a lunedì. La notizia arriva da Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, e dall'avvocato Simone Pillon, che stanno seguendo gli sviluppi del lato italiano della vicenda in contatto con i legali inglesi e la famiglia della neonata, affetta da una rara malattia del Dna mitocondriale alla quale i medici dell'ospedale Queen's Medical di Nottingham vogliono stacciare i supporti che la tengono in vita. Durissima la reazione del padre della piccola che s è detto «disgustato per il nuovo calcio nei denti», Ma, ha aggiunto, «non smettiamo di lottare».

Sulla vicenda oggi è nuovamente intervenuta la premier italiana Giorgia Meloni che commentando la disponibilità dell'ospedale Bambino Gesù ad accogliere la piccola ha sostenuto che il trasferimento di Indi Gregory «in un importante ospedale pediatrico» italiano «è nell'interesse della bambina: non le causerà alcun dolore, come assicurano i nostri medici, e le darà solo un'ulteriore concreta opportunità di vivere una vita dignitosa». Recita così la lettera inviata al segretario di Stato per la Giustizia del Regno Unito affinché metta «a conoscenza formalmente l'autorità giudiziaria» inglese «che sta esaminando la questione» della «possibilità per la bambina di accedere al protocollo terapeutico proposto da un importante ospedale pediatrico del mio Paese».

Nel pomeriggio odierno intanto l'Autorità nazionale italiana per l'infanzia e l'adolescenza (Aiga) aveva inviato una "Lettera urgente" all'Autorità britannica, per chiedere chiarimenti su alcuni aspetti di tutela dei bambini, in particolare quando soffrono di malattie gravi e incurabili. Tre i punti su cui il Garante italiano dell'infanzia ha centrato la richiesta di chiarimento: il modo in cui i diritti dei bambini sono tutelati e garantiti nel Regno Unito, anche quando soffrono di malattie gravi e incurabili; le modalità di scelta ed in particolare i meccanismi giurisdizionali in caso di decisioni discordanti sul trattamento terapeutico di bambini in stato di minima coscienza o affetti da patologie degenerative o comunque vittime di malattie ritenute incurabili; come il Regno Unito garantisce, a tutti i bambini e in particolare a quelli affetti dalle malattie gravi e incurabili di cui al paragrafo precedente, il diritto alla vita, per quanto possibile e la parità di accesso alle cure. Infine l'Aiga ha chiesto di condividere «ogni altra informazione utile sulle problematiche del fine vita, in particolare sulle cure palliative per i bambini con malattie prevedibilmente incurabili e sull'equilibrio tra l'esclusione di qualsiasi accanimento terapeutico da un lato e il necessario mantenimento dei supporti vitali dall'altro».
Ricordiamo che la sospensione dei trattamenti vitali era stata fissata inizialmente per ieri pomeriggio.








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