martedì 22 marzo 2022
Fra Faustino è il frate francescano che gestisce il convento di Terrasanta dove sono accolti 42 profughi, fra loro anche la cognata incinta al quinto mese e due nipoti. Al suo fianco l'Antoniano
Fra Faustino e due profughe con figli appena arrivati al convento dall'Ucraina

Fra Faustino e due profughe con figli appena arrivati al convento dall'Ucraina

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"Speriamo sempre il meglio ma rispetto al primo giorno dell’invasione oggi la situazione non è poi così da piangere". Frà Faustino è in Italia da sei anni, ma con la testa e con il cuore è a Shargorid, nell’Ucraina centrale. Lì ci sono ancora suo padre e suo fratello e da lì è partita sua cognata, incinta al quinto mese, con i suoi due nipoti di 8 e 12 anni che ora vive con lui, nel convento di Bordighera. «Mio padre ha 63 anni e non combatte, aiuta l’esercito – prosegue il frate – e anche mio fratello in questo momento sta aiutando i profughi sfollati arrivati dalle grandi città».


Il frate francescano di origini ucraine gestisce il convento di Terrasanta di Bordighera, ad Imperia. Al suo fianco l’Antoniano che, in questi difficili giorni, ha esteso all’Ucraina la rete solidale di Operazione Pane, con interventi nel Paese, ai confini e in Italia, dove stanno arrivando migliaia di persone in fuga dalla guerra. «Certo, sono molto preoccupato per la mia terra, ma adesso dobbiamo solo unire le forze per dare il nostro massimo sostegno alla gente dell’Ucraina» racconta il frate impegnato senza sosta sui due fronti: l’accoglienza nel convento dei profughi in fuga e l’invio degli aiuti raccolti dalla parrocchia con il pullmino che ha già fatto cinque volte la spola con il confine polacco. Alla guida può anche capitare di vedere un frate francescano del convento.
«Nel convento di Bordighera – aggiunge fra Faustino – sono già arrivate 42 persone: 10 sono accolte nelle stanze del convento, le restanti sono a Montenero, nella struttura presso il santuario dove organizziamo i campi estivi.

Ora ci sono 32 mamme con bambini, il più piccolo ha 3 anni il più grande 16». Arrivano principalmente da Odessa: il primo gruppo di 4 persone sono arrivate a Bordighera pochi giorni dopo l’invasione. Dopo essersi nascoste nei sotterranei della città, con la situazione che stava diventando sempre più pericolosa, hanno poi deciso di scappare. «In 27 ore hanno percorso 80 chilometri e sono arrivati al confine con la Moldavia, da dove hanno poi raggiunto Bordighera» racconta il frate. Si tratta di mamme e bambini che hanno perso tutto e hanno urgente bisogno di un posto dove dormire, un piatto caldo da mangiare e un supporto per i beni di prima necessità. «Tutti noi ci siamo preparati per accogliere i profughi nel migliore dei modi – prosegue – Abbiamo preparato i letti, organizzato i tavoli per mangiare, stiamo mettendo da parte scorte alimentari, medicinali e pannolini per i bambini».


Dopo le prime operazioni di accoglienza e di verifiche sanitarie (tra tamponi e vaccini anti-Covid) i frati si sono occupati anche delle pratiche burocratiche. La segnalazione al Comune e alla prefettura e ora l’attesa dell’iscrizione a scuola dei bambini.
E poi ci sono anche i pullmini con gli aiuti per l’emergenza umanitaria sul territorio. «Noi viaggiamo su questi due binari: da una parte abbiamo accolto queste persone in fuga e dall’altra cerchiamo, nell’ambito delle nostre possibilità, di aiutare i più bisognosi, perchè i veri poveri sono rimasti lì, in Ucraina». Lo testimoniano anche i racconti di chi è fuggito e ora vive nel convento del frate, col sogno naturalmente, di poter tornare presto in patria. «Mia cognata, che è al quinto mese, spera di partorire in Ucraina – prosegue – naturalmente dobbiamo aspettare e vedere come evolve la situazione».


Intanto, per il momento, gli arrivi al convento si sono arrestati. «Noi possiamo accogliere ancora altre persone – prosegue – ma non c’è più quel flusso di prima. Anche la situazione alla frontiera, mi raccontano, è cambiata: settimana scorsa potevi aspettare anche fino a due giorni prima di passare, adesso non c’è più tanta gente come dieci giorni fa». Intanto l’Antoniano, con Operazione Pane, sostiene anche tre strutture francescane ucraine a Konotop, Odessa e Kiev e una in Romania impegnata ad offrire supporto alle mamme e ai bambini che attraversano il confine dell’Ucraina.

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