giovedì 21 febbraio 2019
Intervenendo al Senato, il presidente del consiglio nega l'ipotesi di un aggiustamento dei conti, reso necessario - secondo anticipazioni di stampa - da una possibile bocciatura europea
 Il premier Conte: nessuna manovra correttiva, fondamentali solidi
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«Non riteniamo necessaria alcuna manovra correttiva, dobbiamo solo continuare nel razionale ed efficace utilizzo delle risorse già stanziate». Il presidente del consiglio Giuseppe Conte smentisce le voci di un possibile aggiustamento dei conti, rispondendo al question time al Senato, cioè le interrogazioni a risposta diretta. «Peraltro abbiamo già adottato misure prudenziali - aggiunge - che ci mettono al riparo da interventi correttivi. A garanzia degli obiettivi di finanza pubblica, la legge di bilancio contiene misure di monitoraggio dei conti e un meccanismo di accantonamento di risorse sino a due miliardi, da utilizzare - o meno - a seconda dello stato del ciclo economico».

Il premier ha proseguito dicendo che «il governo si è mosso in maniera prudente, ha inserito misure prudenziali in manovra e ha
voluto predisporre una legge di bilancio di carattere espansivo, proprio al fine di contrastare un rallentamento economico dovuto
alle tensioni commerciali internazionali, che era possibile prevedere già dal terzo trimestre del 2018».
«Non intendiamo farci dettare l'agenda - ha poi aggiunto - da ipotesi o previsioni di sorta. Alle ipotesi rispondiamo con azioni concrete. Stiamo seguendo un percorso ben chiaro, e non ci lasciamo distrarre dalle voci dissonanti che si levano dal dibattito politico ed economico. I nostri fondamentali economici restano solidi».

Giuseppe Conte è intervenuto anche sul tema delle autonomie regionali: «È un passaggio molto significativo che ci occuperà nei prossimi giorni, settimane, mesi. In questa fase l'Esecutivo sta completando un'intensa e complessa attività istruttoria e di negoziazione, propedeutica alla redazione di un testo condiviso con le Regioni richiedenti». Precisando che «le risorse finanziarie allocate dallo Stato nelle altre Regioni rimarranno invariate». Per il capo del governo infatti «il percorso del regionalismo differenziato dovrà tenere in considerazione non solo la peculiarità delle realtà territoriali, ma anche la piena realizzazione della solidarietà nazionale, nell'ambito della tutela dell'unità giuridica, di quella economica e dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali».

Rispondendo infine a una domanda specifica, il premier ha ribadito che «la proprietà delle riserve auree nazionali è della Banca d'Italia, ente pubblico che svolge le funzioni di banca centrale della Repubblica Italiana. L'utilizzo della riserva aurea rientra tra le finalità istituzionali della Banca, a tutela del valore della moneta».


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