sabato 14 giugno 2025
Si svolge domenica 15 giugno la mobilitazione "Save Gaza" promossa da 137 soggetti, a partire dalla Fondazione PerugiAssisi. Tra le adesioni quelle di Cgil, Acli, Emergency, Anpi e Rete Pace e Disarmo
«Stop alla guerra senza limiti»: a Monte Sole marcia dei pacifisti
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Una marcia per denunciare il bombardamento della popolazione civile a Gaza e non solo, contro il mancato accesso a cibo, acqua e cure mediche, una marcia per fermare le armi in Iran come in Israele, una marcia per la pace: è l’iniziativa nazionale promossa da un comitato che conta l'adesione di 137 soggetti, a partire dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, che si terrà domani, domenica 15 giugno, da Marzabotto a Monte Sole, ripercorrendo i sentieri di una delle stragi nazifasciste più sanguinarie avvenute in Italia.

Nelle intenzioni di tutte le realtà che aderiscono – dalla Cgil alle Acli, da Emergency all’Anpi e Rete Italiana Pace e Disarmo – la marcia per la pace “Save Gaza”, vuole essere un forte appello per porre fine alla violenza in Palestina e fermare le violazioni dei diritti umani. «Il nuovo, vasto, attacco israeliano in corso contro l’Iran è un altro segno dell’estrema follia che ci sta trascinando in una guerra senza limiti né confini: la terza guerra mondiale – scrive la Fondazione PerugiAssisi –. Un altro atto criminale dalle conseguenze imprevedibili, perpetrato senza alcun rispetto della legalità e del diritto internazionale». Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria, Yemen: sono sempre di più i fronti che si aprono. «Questo è il risultato dell’inazione (e delle complicità) di tutti i governi che parlano di pace ma tollerano o giustificano la distruzione deliberata dei suoi pilastri e dei suoi principi», scrivono ancora, ricordando che nessuno può sentirsi al sicuro mentre vicino a noi accade tutto questo.

La manifestazione di domani è dunque un appello perché le donne e gli uomini delle istituzioni, in Italia e in Europa, ricostruiscano una politica di pace e agiscano per fermare l’escalation, salvare e proteggere gli innocenti. Tra le richieste rivolte al nostro governo e alla Ue ci sono: la sospensione di ogni cooperazione militare e dell’Accordo di Associazione Ue-Israele, il ripristino del sostegno a Unrwa per i profughi palestinesi, il riconoscimento immediato dello Stato di Palestina, la convocazione di una Conferenza di Pace sotto l’egida Onu. Gli organizzatori di questo tavolo della pace hanno scelto proprio Marzabotto – luogo teatro dell’eccidio compiuto durante la Seconda guerra mondiale – per ricordare che il volto dei bambini uccisi nelle case, nelle strade e negli ospedali di Gaza non è diverso da quello delle vittime di qualsiasi altro conflitto, vicino o lontano. È stata invece annullata la contro-manifestazione che si sarebbe dovuta tenere nelle stesse ore a Monchio, nel comune di Palagano, in provincia di Modena. Era stata organizzata da Associazione Setteottobre, Unione Associazioni Italia Israele (Uaii) e Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei). Proprio loro hanno spiegato che «le ragioni di sicurezza collegate al conflitto Israele-Iran» impongono l'annullamento, ma hanno comunque previsto un evento sostitutivo domani mattina in centro a Modena contro ogni forma di razzismo, antisemitismo e intolleranza.

Oltre alla manifestazione "Save Gaza" che punta a ribadire l’appello per il cessate il fuoco e la fine degli spostamenti forzati della popolazione palestinese, sono tante le iniziative pacifiste messe in campo per provare a frenare la deriva bellicista, a maggior ragione dopo che si è riaperto l’altro fronte caldo, con l’attacco di Israele all’Iran. Ieri, per esempio, un ulteriore passo avanti in questa direzione è stato fatto dalla Campagna promossa dal Movimento Nonviolento che ha portato alla raccolta di 5.306 dichiarazioni di obiezione alla guerra, consegnate al Quirinale. Sono cittadine e cittadini italiani che, con atto formale, si sono detti non disponibili in alcun modo a nessuna “chiamata alle armi” o al ripristino del servizio di leva e contro l’aumento delle spese militari. Queste adesioni si sommano alle 2.165 già inviate alla Presidenza del Consiglio, per un totale di 7.471 obiettori di coscienza.

La marcia di domani segna inoltre l’inizio di un giugno ricco di mobilitazioni per la pace, la giustizia sociale e climatica, i diritti e la democrazia: in particolare una manifestazione nazionale, “Stop Rearm Europe”, è prevista a Roma il 21 giugno e rientra nella settimana di mobilitazione europea, che si terrà fino al 29 giugno in occasione del vertice della Nato a L’Aja, che proprio in quei giorni dovrebbe decidere i dettagli del piano di riarmo deciso dall’Unione Europea.

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