venerdì 15 gennaio 2021
Musei aperti in zona gialla nei feriali. Stretta anti movida: alle 18 stop all'asporto dai bar. Si va in zona arancione con Rt 1, in rossa con Rt 1,25. La Sicilia chiede la zona rossa
Poche mascherine e molta movida nel centro di Torino ieri, tra ristoranti frequentati dai più giovani e negozi nella stagione dei saldi

Poche mascherine e molta movida nel centro di Torino ieri, tra ristoranti frequentati dai più giovani e negozi nella stagione dei saldi - Ansa

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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato stamani il nuovo Dpcm sulle misure per l'emergenza Covid. Entrerà in vigore domani, e resterà valido fino al 5 marzo. Le principali novità: stop agli spostamenti tra regioni fino al 15 febbraio; possibilità per 2 adulti conviventi (più eventuali minori di 14 anni o non autosufficienti) di far visita a parenti o amici una volta al giorno tra le 5 e le 22; divieto di asporto dopo le 18 per bar, pasticcerie, pub, gelaterie; riprendono i concorsi pubblici in presenza, dal 15 febbraio ma solo per un massimo di 30 candidati per sessione; nelle zone gialle apertura dei musei da lunedì a venerdì. IL TESTO INTEGRALE DEL DPCM

La stretta per la paura della terza ondata

I dati europei sono «in significativo peggioramento » e «la situazione non può essere sottovalutata. Lavoriamo insieme tempestivamente ad anticipare le restrizioni per evitare una nuova forte ondata». Il ministro della Salute Roberto Speranza si è rivolto così ai governatori regionali e agli enti locali, nel corso della riunione che ieri ha fatto il punto sulle misure restrittive del prossimo Dpcm. All’incontro, convocato dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, c’erano i rappresentanti di Anci e Upi e il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, poiché parte della riunione è stata dedicata all’integrazione del piano vaccini.

Com’è noto, intanto, il Consiglio dei ministri ha già approvato il nuovo decreto legge con le misure per il contrasto al Covid, che proroga lo stato d’emergenza fino al 30 aprile. All’esecutivo, i presidenti delle Regioni hanno avanzato diverse richieste, a partire dalla previsione immediata di ristori adeguati per le attività chiuse. Ma c’è pure chi, come il siciliano Nello Musumeci, dice di aver sottoposto al governo, alla luce dell’aumento dei contagi, «la proposta di dichiarare per due settimane la zona rossa in Sicilia. Se non dovesse essere accolta, procederò con una mia ordinanza» come richiesto «da numerosi sindaci».

Il nodo ristori

La crisi di governo «non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi» sui ristori, ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, spiegando che il decreto ha la «massima priorità », ma serve prima il nuovo scostamento di bilancio. E si starebbe ragionando su ristori «specifici» per il settore dello sci e interventi «cospicui» per bar, ristoranti e le altre attività penalizzate dalle chiusure. Per Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, è «positivo il lavoro avviato dal Governo per garantire in modo tempestivo i necessari ristori», ma resta la preoccupazione «per il provvedimento di divieto di asporto per i bar dopo le 18».

Gli spostamenti

Il testo definitivo del decreto legge, ha detto il ministro Speranza nell’incontro, prevede il divieto di spostamento tra le regioni, anche gialle, in vigore da domani fino al 15 febbraio. Corretta, dunque, la bozza entrata in Cdm, in cui gli spostamenti erano vietati sino al 5 marzo.

Zone e colori

Nuove soglie per l’ingresso nelle fasce: si va in zona arancione con Rt 1 o con un rischio complessivo alto; si va in zona rossa con Rt 1.25. Mentre l’introduzione della zona bianca è un «segnale per il futuro» e verrà assegnata con una serie di condizioni: tre settimane sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti, Rt sotto 1 e rischio basso. E resta il limite di due persone per andare a trovare a casa parenti o amici una volta al giorno. I musei potranno essere aperti in zona gialla nei giorni feriali. E arriva il divieto di vendita da asporto per i bar, nonostante diversi governatori abbiano sollevato perplessità sulla misura. Il ministro Boccia avrebbe ribadito la volontà del governo di mantenere la norma per contrastare la movida.

Il combinato disposto decreto legge-Dpcm «sta per mettere in arancione praticamente tutta l’Italia a partire da domenica con i nuovi parametri», ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che non ritiene «che gli italiani possano restare con le loro attività chiuse, chiusi in casa e vedere un governo che traccheggia nella speranza di trovare 7-8 voti al Senato». Per la prima volta, dovrebbe finire in arancione anche il Lazio.

Il caso Val D’Aosta

Ieri infine la Corte costituzionale ha depositato l’ordinanza che, in accoglimento dell’istanza cautelare del governo, ha sospeso la legge regionale della Valle d’Aosta che aveva previsto norme anti pandemia meno rigide di quelle statali. Una pronuncia in qualche modo storica, che mette un punto fermo nella continua diatriba fra autonomie e Stato centrale: nella motivazione si sottolinea che «la materia della profilassi internazionale è riservata alla competenza esclusiva dello Stato», richiamando a «una gestione unitaria dell’epidemia a livello nazionale».

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