venerdì 11 agosto 2017
Per i due testimoni dell'agguato, vittime innocenti, il parlamentare angelo Cera ha chiesto le esequie di Stato
Il questore vieta i funerali ai boss
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Sono stati tumulati in un cimitero a Manfredonia, questa mattina alle sette, Mario Luciano Romito, 50 anni, pregiudicato, boss della malavita garganica, e il cognato Matteo De Palma, 44, uccisi l'altro ieri mattina sulla strada tra San Marco in Lamis e Apricena in un agguato mafioso in cui hanno perso la vita anche due contadini, testimoni involontari dell'agguato, Aurelio e Luigi Luciani, 43 e 48 anni. A vietare i funerali dei primi due è stato il questore di Foggia.

Le esequie dei fratelli Luciani si svolgeranno invece nel pomeriggio, proprio a San Marco in Lamis, cittadina nella quale risiedevano e dove erano conosciuti come onesti lavoratori, è stato proclamato il lutto cittadino. Il parlamentare concittadino delle vittime Angelo Cera (Gruppo Misto-Udc) ha scritto nel frattempo una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri per chiedere che vengano svolte esequie di Stato per i due fratelli. «Luigi e Aurelio Luciani, cittadini italiani, lavoratori e padri esemplari, - scrive Cera - sono vittime innocenti del vile quanto efferato agguato mafioso».

«Il fatto criminoso - aggiunge Cera - ha sconvolto la comunità garganica, e in particolare i cittadini di San Marco in Lamis, dove le due vittime erano conosciute e apprezzate per la loro integrità morale e il grande senso civico. Luigi e Aurelio lasciano mogli e figli, per i quali presto mi farò partecipe presso il Prefetto di Foggia per l'avvio dell'istruttoria relativa ad ottenere i benefici economici e non previsti dalla legislazione vigente per le vittime di atti di terrorismo e di criminalità organizzata".

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