mercoledì 23 marzo 2022
Le comunicazioni del premier in vista del Consiglio europeo: «Evitare contrapposizioni con l'Occidente». Prevenire azioni di Mosca sui Balcani
Il premier Mario Draghi

Il premier Mario Draghi - Ansa

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L'adesione all'Unione europea nel destino dell'Ucraina, l'impegno per evitare una contrapposizione tra la Russia e l'Occidente e soprattutto il ruolo della Cina. Sono i nodi fondamentali attorno ai quali si sviluppano le comunicazioni di Mario Draghi al Parlamento di oggi in vista del Consiglio europeo del 24-25 marzo.

Il premier ribadisce il percorso di ingresso nell'Ue del Paese, sottolinenado però che richiederà «tempi lunghi, necessari a permettere un’integrazione reale e funzionante». Nonostante questo, «la procedura è già stata attivata». Fermo restando il sostegno a Kiev, «lo sforzo diplomatico deve coinvolgere anche altri Paesi. In particolare, la Cina», che «ricopre un ruolo di grande influenza nelle dinamiche geopolitiche e di sicurezza globali». Più concretamente è bene che «l’Unione Europea sia compatta nel mantenere aperti spazi di dialogo con Pechino, perché contribuisca in modo costruttivo allo sforzo internazionale di mediazione». Ma bisognerà anche «ribadire la nostra aspettativa che Pechino si astenga da azioni di supporto a Mosca e partecipi attivamente e con autorevolezza allo sforzo di pace».
Di questo, fa sapere il presidente del Consiglio, si è parlato anche in occasione «dell’incontro tra il consigliere per la sicurezza americano, Jake Sullivan, e il Direttore dell’Ufficio della Commissione Affari Esteri cinese, Yang Jiechi, avvenuto a Roma la settimana scorsa».

L'attenzione della diplomazia italiana è alta anche sul ruolo dei Balcani, sui quali potrebbe rivolgersi l'occhio di Mosca, con «possibili azioni destabilizzatrici» che il nostro Paese deve cercare «di prevenire». Per questo nel Consiglio si discuterà anche «della prolungata crisi politica in Bosnia-Erzegovina. Siamo impegnati - prosegue Draghi - per disinnescare le provocazioni secessioniste della Republika Srpska e per far rientrare la crisi politica e istituzionale che paralizza il Paese dallo scorso luglio».

C'è poi il capitolo profughi: «La crisi in Ucraina ha generato un massiccio flusso che attualmente conta oltre tre milioni e 850mila persone.
Di fronte all’aumento quotidiano del numero di rifugiati - ragiona ancora il capo dell'esecutivo - sono essenziali un coordinamento europeo e un impegno finanziario adeguato. L’Unione europea deve garantire una puntuale attuazione negli Stati membri della direttiva per la Protezione Temporanea, approvata per la prima volta nella nostra storia». Un impegno al quale si farà fronte utilizzando «i fondi europei con la massima flessibilità a sostegno di chi scappa dalla guerra», come da proposta della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, senza dimenticare lo stanziamento di «3 miliardi di euro a favore degli Stati membri coinvolti nell’accoglienza». Il premier ha poi ringraziato la «Protezione civile, le Regioni, i Comuni, il terzo settore e gli enti religiosi per il loro incessante impegno nell'acoglienza».

Per quanto riguarda la crisi energetica, «dopo i picchi raggiunti due settimane fa, i prezzi del gas e dell’energia elettrica sono scesi nuovamente - chiarisce Draghi -. Il prezzo spot del gas sul mercato europeo oggi è dimezzato rispetto alle punte di circa 200€/MWh raggiunte l’8 marzo. Sono però prezzi ancora molto alti rispetto ai livelli storici, più di 5 volte quelli di un anno fa». Per questo «venerdì scorso, il governo è intervenuto per difendere il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto quelle più vulnerabili, e aiutare le imprese a sostenere i costi di produzione. Abbiamo deciso di ridurre le accise sulla benzina e sul gasolio di 25 centesimi al litro per un mese, abbattendo così gran parte degli aumenti registrati nelle ultime settimane. Con le nuove misure, il numero di famiglie che ha accesso ai bonus sociali per elettricità e gas passa da 4 a 5,2 milioni. Le imprese potranno rateizzare le bollette, uno strumento già a disposizione delle famiglie».

Spazio anche alla questione difesa europea comune, in merito alla quale «il Consiglio europeo è chiamato ad approvare la Bussola Strategica». L'obiettivo è l'istituzione «di una forza di schieramento rapido europea fino a 5 mila soldati e 200 esperti in missioni di politica di difesa e sicurezza comune», a cui si aggiungono «investimenti nell’intelligence e nella cybersicurezza; lo sviluppo di una strategia spaziale europea per la sicurezza e la difesa; e il rafforzamento del ruolo europeo quale attore della sicurezza marittima». Un percorso che può avvenire «soltanto se rafforziamo la nostra industria e la rendiamo più competitiva dal punto di vista tecnologico e soprattutto meglio integrata a livello europeo. Abbiamo tutti da guadagnare da un miglior coordinamento, anche nell’ambito della difesa.

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