martedì 28 novembre 2023
Arianna Briganti (cofondatrice della ong Nove): la democrazia non può permettersi che metà della popolazione sia esclusa dal processo decisionale
Arianna Briganti (Nove Caring Humans) alla Luiss

Arianna Briganti (Nove Caring Humans) alla Luiss - F.M.

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La guerra non ha un volto di donna, scriveva Svetlana Aleksievic. Ma nemmeno la pace, purtroppo, perché pochissime donne (è un dato statistico) partecipano alle trattative quando i contendenti si mettono intorno allo stesso tavolo. Anche questa, in fondo, è violenza contro le donne: escluderle laddove si decidono le sorti di un popolo, quando sono proprio le donne a soffrire di più nelle situazioni di guerra.

Di "Donne, pace e sicurezza" gli studenti di Scienze politiche e Giurisprudenza dell'università Luiss hanno parlato con Arianna Briganti, cofondatrice e vice presidente di Nove Caring Humans, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne.

“Disuguaglianze di potere e di genere, strutture sociali patriarcali, violenza e discriminazione continuano a escludere metà delle nostre società, rendendo la pace elusiva. I fatti dimostrano che gli accordi di pace sono più a rischio di fallimento quando le donne non sono attivamente coinvolte nelle discussioni, eppure siamo costantemente emarginate. Riconoscere queste sfide e integrare le donne nel processo decisionale è fondamentale; senza farlo, una pace autentica e duratura rimane irraggiungibile e la violenza continuerà a diffondersi".

L’esperta di sviluppo socio-economico e di diritti umani ha affrontato due principali casi di studio: le conseguenze dell’assenza delle donne nei processi di pace e nelle negoziazioni, e sviluppo economico e conflitto armato in una prospettiva di genere, rispettivamente in relazione ai casi Afghanistan e Ucraina.

Le conseguenze disastrose delle trattative di Doha sull’Afghanistan sono un esempio emblematico dei danni prodotti da una radicale esclusione delle donne nelle negoziazioni. “Oggi le donne afghane non hanno bisogno soltanto di aiuti umanitari, hanno bisogno di dignità. Per questo la nostra ong, NOVE Caring Humans, risponde ai bisogni di emergenza della popolazione, in particolare alle donne, fornendo strumenti e progetti per ricostruire la propria indipendenza. La democrazia non può permettersi che metà della popolazione sia esclusa dal processo decisionale. Optare per una politica estera femminista significa che la parità di diritti e l’uguaglianza diventano il focus principale di tutti gli aspetti della politica estera”.

In Ucraina l’economia della guerra, che vede la presenza maschile impegnata sul campo di battaglia, sta ridisegnando il ruolo delle donne nello sviluppo. L'Ucraina avrà bisogno di un gran numero di medici e psicologi che si prendano cura dei suoi veterani di guerra, tra cui migliaia di amputati e soldati traumatizzati. “Le donne sono destinate a rivestire un ruolo chiave sia nell’ambito sanitario che nei settori dell’energia dei trasporti e della difesa – ha aggiunto Arianna Briganti -. Attualmente delle 36.000 piccole e medie imprese registrate quest’anno in Ucraina, il 51% è gestito da donne”.

“È sostanziale il ruolo degli uomini a sostegno delle donne nel percorso verso la giustizia sociale”, ha concluso Briganti, richiamando le parole del Segretario Generale UN Guterres. “Il progresso trasformativo nell’agenda delle donne, della pace e della sicurezza richiede la considerazione del ruolo degli uomini, che tradizionalmente hanno dominato il processo decisionale, e la gestione delle dinamiche di potere intergenerazionali”.

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