mercoledì 26 luglio 2023
Severa richiesta di condanna da parte del promotore di giustizia. In totale per i 10 imputati del procedimento, il magistrato ha chiesto 73 anni. La reazione degli avvocati e della diocesi di Ozieri
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Il promotore di giustizia Vaticano Alessandro Diddi ha chiesto 7 anni e 3 mesi di reclusione per il cardinale Angelo Becciu, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa. La richiesta è stata formulata questa mattina, 26 luglio, in aula, al termine della requisitoria del magistrato, durata sei udienze. Il Pg vaticano, inoltre, per i dieci imputati sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, ha chiesto oggi complessivamente, per tutti gli imputati, 73 anni e un mese di reclusione, più pene interdittive e pecuniarie di vario tipo. La severa richiesta di condanna dovrà essere ora esaminata dal tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone. La sentenza è attesa nel mese di dicembre, dopo le arringhe delle parti civili e dei difensori degli imputati. Già ieri, il cardinale Becciu, in una dichiarazione diffusa alla stampa aveva rigettato le accuse, dichiarandosi completamente innocente. I suoi difensori hanno parlato di teorema accusatorio di Diddi, non basato su prove.

Anche oggi, in una nota i legali Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione ribadiscono: “Le richieste del Promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato l’assoluta innocenza del cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa. Sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento, il Promotore di Giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del Promotore, neanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell'assoluta innocenza e l’assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo. Il Cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa ed ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate ad estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza", concludono i legali.

Anche la diocesi di Ozieri, in una nota per conto del vescovo monsignor Corrado Melis, manifesta "profonda amarezza e umano sconforto per le richieste di condanna formulate dal Promotore di Giustizia presso il Tribunale Vaticano nei confronti" del cardinale Angelo Becciu. Nella dichiarazione firmata dall'avvocato Ivano Iai che tutela la diocesi sarda, "si nega recisamente che il cardinal Becciu abbia interferito o operato interventi diversi da quelli afferenti al ruolo istituzionale nella gestione della diocesi di Ozieri, né sul piano strettamente amministrativo, né per ricercare favori o benefici a vantaggio personale di terzi, tanto meno di suoi familiari o di persone vicine a Sua Eminenza". I conti della Diocesi, si fa presente, "sono sempre stati amministrati, sotto la supervisione degli organi preposti, secondo i canoni del diritto della Chiesa e dello Stato italiano e non vi è mai stato, da parte di alcuno, profitto o utilità conseguiti per finalità estranee alla destinazione caritatevole e solidale delle risorse a diverso titolo amministrate dalla diocesi e dalla Caritas, unitariamente considerate in ragione dello scopo comune attuato dai due Enti religiosi", conclude il legale.

Per quanto riguarda gli altri imputati, nel dettaglio, il pm Diddi ha chiestoper René Brulhart 3 anni e 8 mesi di reclusione, l'interdizione temporanea dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa; per mons. Mauro Carlino 5 anni e 4 mesi di reclusione, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 8.000 euro di multa; per Enrico Crasso 9 anni e 9 mesi di reclusione, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 18.000 euro di multa; per Tommaso Di Ruzza 4 anni e 3 mesi di reclusione, l'interdizione temporanea dai pubblici uffici e 9.600 euro di multa; per Cecilia Marogna 4 anni e 8 mesi di reclusione, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa; per Raffaele Mincione 11 anni e 5 mesi di reclusione, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 15.450 euro di multa; per Fabrizio Tirabassi 13 anni e 3 mesi di reclusione, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 18.750 euro di multa; per Nicola Squillace 6 anni di reclusione, la sospensione dall'esercizio della professione di avvocato e 12.500 euro di multa; per Gianluigi Torzi 7 anni e 6 mesi di reclusione, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 9.000 euro di multa.

Per quanto riguarda le società: alla Logsic Humanitarne Dejavnosti di Cecilia Marogna una sanzione pecuniaria di 150.000 euro, tre anni di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e una confisca di 174.210 euro; per le tre società di Enrico Crasso, alla Prestige Family Office 150.000 euro di sanzione pecuniaria, tre anni di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e 902.585,51 franchi svizzeri di confisca; alle Sogenel Capital Investment 150.000 euro di sanzione pecuniaria, tre anni di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e una confisca di 308.547 franchi svizzeri; alla Hp Finance 150.000 euro di sanzione pecuniaria e tre anni di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.

Molto Pesanti anche le richieste di confische: Becciu 14 milioni, René Bruelhart 15 milioni, Mauro Carlino 15 milioni di euro, Di Ruzza 15 milioni di euro, Mincione 172 milioni 360 mila euro, Squillace 1 milione 266 mila euro, Tirabassi 99 milioni 898 mila euro, Torzi 71 milioni. Per quanto riguarda le società: Logsic 775 mila euro, HP Finance 6,7 milioni, Sogenel 6,7 milioni.

Diddi ha spiegato che nella determinazione delle richieste di pena, per gli altri imputati, i magistrati vaticani "si sono tenuti bassi", cioè hanno optato per il limite inferiore della forchetta prevista dalla legge (ad esempio da tre a cinque anni). Per il cardinale Becciu invece si è tenuto conto anche della condotta processuale. In sostanza si partiva già da una pena base piuttosto alta e, "considerando che la pena deve servire anche alla riabilitazione, visto l'atteggiamento assunto nel processo non poteva essere parificata a quella degli altri".

Le attenuanti generiche sono state escluse per tutti, tranne che per Torzi e Crasso, in misura maggiore per il primo e minore per il secondo. Assoluzioni sono state chieste solo per un capo d'accusa riguardante Enrico Crasso e uno riguardante René Brulhart.

Quanto infine al calendario per arrivare a sentenza, ora ci sarà la consueta pausa estiva. Quindi, a settembre, inizieranno a pronunciarsi le parti civili: il 27 pomeriggio sarà il turno degli avvocati che tutelano gli interessi dell'Istituto per le opere di religione (Ior); il 28 per la Segretaria di Stato; e il 29 per l'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa); mentre l'Autorità di supervisione e informazione finanziaria (Asif) presenterà il deposito delle conclusioni. Da ottobre, gli avvocati delle difese divideranno le giornate del 5, 6, 19, 20, 26 e 27. Così come pure il pomeriggio dell'8 novembre, il 9 e il 10; fino ad arrivare alle ultime tre udienze previste: il pomeriggio del 4 dicembre, e poi il 5 e il 6.


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