
Il Santuario del Monte Lussari, a Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia - © Fondazione Homo Viator Romea Strata
Siamo in Friuli Venezia Giulia, a 1790 metri, sopra Tarvisio, sul Monte Lussari. Svete Višarje in sloveno, Luschariberg in tedesco, Mont Sante in friulano. Una vetta che guarda lo spazio dove Alpi Carniche e Giulie si incontrano. Un balcone d’eccezione sulla maestosità che offrono le montagne di roccia del Jôf di Montasio, del Jôf Fuart e del Mangart. Qui si prega e si canta in più lingue. Il Santuario del Monte Lussari dedicato a Santa Maria in Excelsis è la casa dei tre popoli che nei secoli hanno dato forma all’Europa, segno di unità nel cuore del Continente, diversi per lingua e tradizioni, ma uniti dalle comuni radici cristiane.

La Via Romea Strata, una pellegrina in cammino lungo la tappa Monselice-Este - Fondazione Homo Viator Romea Strata
Su una parete della Chiesa, una tela racconta la storia della devozione in alta quota. Secondo un’antica tradizione, sulla cima del monte Lussari, nel 1360, un pastorello di Camporosso trovò una statuetta della Madre di Dio. La portò subito a valle dal parroco che, sorpreso, la rinchiuse con cura in un armadio. Ma Maria il giorno dopo era di nuovo sulla montagna. Dopo il ripetersi dello stesso episodio per più volte, sul luogo del ritrovamento fu costruita una piccola cappella, col tempo trasformata in chiesa. Poi si aggiunsero la canonica e delle strutture per accogliere i pellegrini, perché da quel momento il Monte Lussari divenne meta di pellegrinaggio della gente della zona e, man mano, delle regioni vicine. Nonostante tutte le traversie della storia, il flusso dei fedeli e la crescita della Chiesa dei “tre popoli” non si sono mai fermati. Con lo spirito di unità che si coglie pienamente recitando la preghiera della “Regina del Monte santo di Lussari”: «Fa che i popoli d’Europa s’incontrino in fraterna intesa nella stima e rispetto vicendevole, nello sviluppo della comune civiltà cristiana».Il Santuario del monte Lussari è il luogo simbolo della Romea Strata, l’antica rotta percorsa dai pellegrini che, partendo dall’Europa centro orientale affrontavano il cammino verso Roma. Una via lunga oltre 4mila chilometri, per 208 tappe, che viene da lontano e va lontano, dal Mar Baltico fino a Roma, attraverso sette paesi: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria, valicando le Alpi per entrare in Italia. Proprio a Tarvisio, ai piedi della Madonna del Monte Lussari. Luogo di una fede senza frontiere. Il nostro cammino verso Roma, attraverso le strade giubilari, non può che partire da qui.

La basilica di Aquileia - © Fondazione Homo Viator Romea Strata
«Il Giubileo 2025 non è solo una meta, ma anche il pretesto per affrontare il viaggio, un’occasione per tutti coloro che desiderano vivere un’esperienza di spiritualità profonda – dice Viola Gaudiano, responsabile dello sviluppo di Romea Strata –. Anche fuori e lontano dalla capitale, fino ai confini della Romea Strada. Per questo abbiamo ideato la possibilità di vivere un Giubileo diffuso fra i posti simbolo del cammino». Come fossero passi verso la Porta Santa, sono stati individuati venti luoghi significativi, definiti Miliarium, che daranno diritto a un timbro speciale sulla credenziale per certificare il cammino (a piedi o in bici) fino al Testimonium a San Pietro (info e regole sul sito www.romeastrata.org). Il via dal Friuli Venezia Giulia, con quattro destinazioni: oltre a Tarvisio e al Santuario della Madonna dei Lussari, ci sono Cercivento (qui mosaici, murales e affreschi decorano le pareti di edifici pubblici e residenziali di questo borgo di montagna, per raccontare una “Bibbia a cielo aperto”), Venzone (con il Duomo dedicato a S. Andrea Apostolo, edificato nella cittadella medievale a partire dal 1251 ad opera di Glizoio di Mels, distrutto dal terremoto del 1976 e ricostruito con una splendida operazione di anastilosi) e Aquileia (la basilica patriarcale e il battistero sono un concentrato straordinario di storia, cultura e spiritualità). «Luoghi di fede, ma non solo. Fra le altre tappe miliari c’è, per esempio, la Campana dei caduti di Rovereto, in Trentino – continua Gaudiano –. A ricordo di un momento cupo della storia, ma anche di unione. Fusa con il bronzo dei cannoni delle nazioni partecipanti alla Prima guerra mondiale. Ogni sera al tramonto i suoi cento rintocchi sono un monito di pace universale». La rotta verso la Città eterna prevede tante altre soste o mete, dipende dal percorso e dai tempi di ciascun camminatore, come l’Abbazia di Nonantola in Emilia-Romagna o la parrocchia di Fucecchio, in Toscana. A Roma sono proprio i volontari formati dalla Fondazione Homo Viator – San Teobaldo e Romea Strata, in un accordo con la Fabbrica di San Pietro, a supportare il personale della Basilica nell’accoglienza dei pellegrini che giungono direttamente qui al termine del loro viaggio a piedi o in bici. L’abbraccio dell’ultimo miglio, prima di varcare la Porta Santa. «La nostra missione – dice don Raimondo Sinibaldi, presidente della Fondazione e anche dell’Associazione Europea Romea Strata – è rendere l’arrivo a San Pietro un momento di grande significato spirituale».
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Sulla Romea Strata, pellegrini lungo la tappa Padova-Monselice. In piccolo, la copertina della nuova guida de "La Via Romea Strata" (edita da Terre di mezzo). - © Fondazione Homo Viator Romea Strata
Da Tarvisio e dal Santuario dei tre popoli all’universalità di Roma, seguendo le tracce di sito e app, ma anche con la nuova guida cartacea della Romea Strata, nata in collaborazione con Terre di mezzo, che verrà presentata sabato 15 marzo, alle ore 14, a “Fa’ la cosa giusta”, la fiera del consumo critico e solidale (fino a domenica 16 fra i padiglioni di Milano Rho, ingresso gratuito con registrazione sul sito falacosagiusta.org). «I cammini e i camminatori – dice Miriam Giovanzana, direttore di Terre di mezzo, che con la collana “Percorsi” sta dando un importante contributo alla mappatura e alla valorizzazione di questo settore – sono una realtà ormai affermata nel nostro Paese, con numeri in crescita di anno in anno: nel 2023 in Italia sono state rilasciate più di 100.000 credenziali con una stima di oltre 1.350.000 pernottamenti. Tornare sull’antica Via Romea Strata porta con sé grandi emozioni, per i camminatori che ripercorrono i passi di migliaia di pellegrini in viaggio prima di loro e per i territori attraversati - spesso tagliati fuori dai grandi flussi turistici - che trovano nel cammino una forma di resistenza e di economia concreta, gentile e rispettosa. E poi c’è Roma, meta ideale per ogni camminatore. Che appare ancora più bella a chi, dopo oltre mille chilometri percorsi, giunge a San Pietro nell’anno del Giubileo».

Il punto di approdo della Romea Strata è la Basilica di San Pietro a Roma - © Ansa
Lasciata la Basilica e poi il colonnato del Bernini, può iniziare un altro, inatteso viaggio: l'Extra Mile. Un itinerario artistico, religioso e culturale per le strade della capitale che conduce alla scoperta di altre sei chiese che rappresentano gli Stati attraversati dalla Romea Strata: la chiesa dei Santi Quattro coronati (Lettonia), la basilica di San Clemente (Repubblica Ceca), la chiesa del Gesù (Lituania), la chiesa di San Stanislao (Polonia), la chiesa di Santa Maria dell’Anima (Austria), il Campo Santo Teutonico (Estonia). Dal mar Baltico a Roma, tutto torna, come un cerchio che si chiude.