lunedì 31 luglio 2023
A Terrasini un sessantenne tenta di incendiare l'ufficio del sindaco. Proteste a Napoli, De Luca: «Inviare un sms è un trauma, serve sensibilità». E rilancia il “Piano di lavoro” per il Sud
Un momento della protesta davanti alla sede Inps di Napoli

Un momento della protesta davanti alla sede Inps di Napoli - Fotogramma

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«Le guerre tra poveri le vincono i ricchi», recita uno striscione. E ancora: «Per loro evasione e vitalizi, per noi schiavitù». È Napoli il cuore della protesta di chi, attraverso un sms dell'Inps, ha scoperto d'essere rimasto senza reddito di cittadinanza. Quasi 22mila persone solo in città, 37mila in tutta la Regione, che - annunciano i sindacati e i movimenti - sono pronte a scendere in strada. Stamane l'hanno fatto in un manipolo di una ventina di persone, una delegazione di ex precettori del sussidio di Potere al popolo e Usb che si sono presentati davanti all'ingresso della sede Inps del capoluogo campano. A incontrarli s'è presentato il direttore Roberto Bafundi: «Gli abbiamo spiegato che è fondamentale sapere quando queste persone potranno percepire i 350 euro previsti dal Governo come supporto formazione e lavoro - spiega proprio il portavoce nazionale di Potere al popolo, Giuliano Granato -. Se questi soldi arriveranno il 1 settembre, a metà mese o addirittura a ottobre, cambia tutto per chi ha vissuto finora di reddito di cittadinanza. Ci ha detto che in questo momento non ci sa dare una risposta, perché dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali non è arrivata alcuna istruzione in merito. Ci ha anche detto che a breve ci saranno comunicazioni ufficiali in merito, ma noi ribadiamo che c'è un grosso problema, perché il decreto prevede l'iscrizione a tre agenzie per il lavoro e l'attivazione per un corso di formazione, poi quando il corso partirà si percepiranno i 350 euro. Dal momento dell'iscrizione al momento dell'attivazione del corso di formazione, possono passare settimane».

Sulla questione è intervenuto anche il governatore, Vincenzo De Luca: «Alla povera gente vera bisogna garantire un reddito minimo, non possiamo lasciare nella disperazione centinaia di migliaia di persone». De Luca ha sottolineato la necessità di «sapere per via informatica quali sono le famiglie che possono continuare ad avere un aiuto prima di mandare telegrammi in giro. Utilizziamo tecnologie, evitiamo di costringere persone ad andare sulla piattaforma informatica per chiedere poi un aiuto, sono persone che fanno fatica ad utilizzare anche il cellulare. Affrontiamo questo tema con la sensibilità e con la delicatezza necessaria. De Luca ha quindi rilanciato «la proposta della Regione Campania di un piano per il lavoro per 300mila giovani del Sud, perché la crisi sociale a un certo punto diventa crisi democratica. La gente perde fiducia nelle istituzioni. Se lavoriamo su diversi piani io credo che ci avviciniamo ai paesi civili d'Europa, nei quali c'è contemporaneamente il rigore, la trasparenza, ma anche l'aiuto alla povera gente vera».

Ma il malcontento non è scoppiato solo nel capoluogo partenopeo. A Terrasini, in provincia di Palermo, un sessantenne ha tentato di dare fuoco all'ufficio del sindaco e a se stesso. L'uomo, un disoccupato di 60 anni, aveva con sé un contenitore con della benzina: «Brucio tutto se non mi aiutate» avrebbe detto, poi il gesto disperato. Il primo cittadino Giosuè Maniaci, ha immediatamente chiamato i carabinieri: «Sono stati attimi di paura - ha raccontato - ma per fortuna non è accaduto niente di irreparabile. Noi Comuni non possiamo fare fronte a tutto questo, abbiamo bisogno di aiuti». «Quanto accaduto a Terrasini è la plastica rappresentazione della bomba sociale che il governo Meloni potrebbe avere innescato» la denuncia del coordinatore regionale M5S e vicepresidente dell'Ars, Nuccio Di Paola che ha presentato un'interpellanza al presidente della Regione, Renato Schifani, per chiede soluzioni in grado di dare una mano ai siciliani in gravi difficoltà economiche. «Da domani - dice Di Paola - oltre 37mila famiglie siciliane, il più alto numero tra le regioni italiane, saranno abbandonate a se stesse. A Palermo le sospensioni saranno 11.573, a Catania 8.974, a Trapani 3.144, ad Agrigento 2.986, a Siracusa 2.844 e numerose saranno nelle altre province. Mancheranno risorse non solo nelle tasche dei siciliani, ma anche incassi nei negozi e nelle attività commerciali di prossimità. Meloni prova a cancellare da Roma con un sms i poveri, ma in realtà li trasferisce alle Regioni, quasi tutte governate dal centrodestra, totalmente impreparate a gestire la situazione. Le Regioni passeranno la parola ai Comuni che sono senza fondi e senza personale».

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