mercoledì 2 dicembre 2020
Le indicazioni, rivolte ai medici di famiglia e ai pediatri, permetteranno di evitare l’affollamento ai pronto soccorso e in corsia. Ad oggi i malati Covid al domicilio hanno superato quota 750mila
Dalla saturazione all'aspirina: come e quando curarsi a casa

Reuters

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Paracetamolo e saturimetro, antibiotici solo in caso di necessità e no a idrossiclorochina o eparina. Il governo mette a punto le linee guida per curare i positivi da Covid fra le mura domestiche, evitando così l’affollamento ai pronto soccorso e in corsia. Sono state diffuse ieri dal ministero della Salute le tanto attese 'Indicazioni sulla Gestione Domiciliare dei Pazienti con Infezione da Sars-Cov-2', pubblicate anche sul sito della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici.

Ad oggi i pazienti Covid al domicilio hanno superato quota 750mila. «Anche in occasione di questa seconda ondata pandemica – scrive il ministero – esiste la necessità di razionalizzare le risorse al fine di poter garantire la giusta assistenza a ogni singolo cittadino in maniera commisurata alla gravità del quadro clinico». Medici di famiglia e pediatri, sottolinea la circolare, devono dunque giocare in stretta collaborazione con il personale delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale che svolgono attività domiciliari per i pazienti Covid-19. Il paziente a casa sarà poi valutato con una scala di parametri per quantificare la gravità della malattia, definita Mews ( Modified early warning score) e classificato in tre distinte fasce di rischio, con una sorta di punteggio. I pazienti vengono stratificati nei seguenti gruppi di rischio: rischio basso/stabile (score 0-2); rischio medio/instabile (score 3-4); ri- schio alto/critico (score 5).

Il Mews, in associazione al dato del saturimetro per la misurazione dell’ossigeno nel sangue a riposo o sotto sforzo, può essere utilizzato oltre che nella valutazione iniziale anche durante il periodo di follow-up. L’instabilità clinica è correlata all’alterazione dei parametri fisiologici (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura corporea, livello di coscienza, saturazione di ossigeno) e permette di identificare il rischio di un rapido peggioramento clinico o di morte.

«La valutazione dei parametri al momento della diagnosi di infezione e il monitoraggio quotidiano, anche attraverso approccio telefonico, soprattutto nei pazienti sintomatici lievi è fondamentale poiché – si legge nella circolare – circa il 10-15% dei casi lievi progredisce verso forme severe». Il Ministero sottolinea inoltre che è «largamente raccomandabile che, in presenza di adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale (mascherine, tute con cappuccio, guanti, calzari, visiera), i medici di Medicina generale e i pediatri di libera scelta, anche integrati nelle Usca, possano garantire una diretta valutazione dell’assistito attraverso l’esecuzione di visite domiciliari». Nel caso di aggravamento delle condizioni cliniche del paziente, durante la fase di monitoraggio domiciliare, sottolinea la circolare, andrà infatti eseguita una «rapida e puntuale rivalutazione generale per verificare la necessità di una ospedalizzazione o valutazione specialistica, onde evitare il rischio di ospedalizzazioni tardive».

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