martedì 12 dicembre 2023
Eletto all'unanimità, era dal mese scorso il presidente facente funzioni. È stato parlamentare fra il 1976 e il 1994 con Pci e Pds. «I maxiemendamenti un obbrobrio, il voto di fiducia è debolezza»
Augusto Barbera

Augusto Barbera - ANSA

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Augusto Antonio Barbera è il nuovo presidente della Corte costituzionale. Barbera era dal mese scorso il presidente facente funzioni della Corte. Ha 85 anni, è nato ad Aidone (Enna) e guiderà la Consulta per un anno. È stato eletto all'unanimità con una sola scheda bianca, probabilmente la sua. Il neopresidente rimarrà in carica fino al 21 dicembre 2024, quando scadrà il mandato di nove anni di giudice costituzionale. Come primo atto da presidente, il professor Barbera ha nominato vicepresidenti i giudici Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso.

Nella sua prima conferenza stampa da presidente, Barbera ha risposto alle domande dei giornalisti, definendo le richieste del voto di fiducia da parte dei governi «espressione di una debolezza della maggioranza. I maxi emendamenti - ha aggiunto - sono obbrobriosi perché raccolgono istanze, interessi e progettini che i parlamentari non riescono nemmeno a conoscere e su cui si chiede la fiducia. Tutto questo crea problemi e la Corte costituzionale non può che essere preoccupata da questa alterazione. Stiamo attenti a non trasformare espressioni di debolezza dei governi in espressioni di prevaricazioni».

Sul progetto di autonomia differenziata, caro alla Lega, il presidente della Consulta ha detto che «è una scelta politica, che appartiene tutta quanta alla politica». Il nuovo presidente della Consulta - che ha anche ringraziato i colleghi che oggi lo hanno votato «pressochè all'unanimità» - ha quindi espresso l'auspicio che «quanto prima» si possa completare il collegio della Corte costituzionale con l'elezione del giudice di nomina parlamentare.

Barbera ha parlato anche della sentenza della Consulta che ha sbloccato il processo per l'omicidio di Giulio Regeni, impantanatosi per il rifiuto del governo egiziano di fornire gli indirizzi degli 007 accusati, necessari per la notifica formale dell'imputazione, senza la quale l'iter non si sarebbe potuto avviare: per Barbera è stata una decisione «eccezionale e sofferta, che ha richiesto un equilibrio tra vari principi costituzionali».

Sposato e con due figli, professore emerito di diritto costituzionale all'Università di Bologna, si è formato nell’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale. Eletto dal Parlamento giudice costituzionale nel 2015 su indicazione del Pd, Barbera è stato parlamentare fra il 1976 e il 1994, prima con il Pci e poi con il Pds. Nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo Ciampi, si dimise con altri tre esponenti della sinistra 24 ore dopo il giuramento per il no della Camera all'autorizzazione a procedere per Bettino Craxi. È stato tra i promotori dei referendum elettorali del 1991, del 1993 e del 1999 che hanno portato all’introduzione dell’elezione diretta dei sindaci e al superamento del sistema proporzionale.

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