martedì 7 aprile 2020
La ministra Catalfo annuncia: «Entrerà nel 'decreto aprile' una forma di ammortizzatore sociale». Bonus di 600 euro, superati i tre milioni di richieste. Il premier: spero primi pagamenti entro il 15
Una colf al lavoro

Una colf al lavoro - Archivio Ansa

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Le 'spine' del giorno erano il decreto per garantire liquidità alle imprese, altrimenti moribonde, e quello sulla scuola. Ma l’attenzione del governo (e il lavorìo delle strutture tecniche dei ministeri) resta centrata anche sul prossimo 'decreto aprile', deputato a prorogare e rafforzare molte misure a beneficio della gran massa dei cittadini. Una materia 'altamente sensibile', come dimostra la crescita costante delle richieste pervenute all’Inps (con il sito finito, ma per brevi tratti, di nuovo in tilt e l’istituto che ha replicato parlando di «attacchi scomposti» giunti in queste ore): a metà giornata di ieri le domande erano arrivate quasi a quota 3,5 milioni, per più di 6 milioni e 800mila beneficiari, suddivisi fra gli oltre 3 milioni di richiedenti del bonus di 600 euro ai lavoratori autonomi e gli oltre 3,5 milioni per la cassa integrazione e l’assegno ordinario ai lavoratori interessati.

E sul punto è intervenuto a sera, in risposta a una domanda dopo il Cdm, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: «Avevo chiesto a tutti di fare uno sforzo collettivo perché le erogazioni possano avvenire anche prima del 15 aprile, sono fiducioso che ci si possa arrivare», ha detto dopo aver definito «un sovraccarico» quanto avvenuto nel sistema informatico dell’ente previdenziale. Il prossimo decreto che sarà approvato dopo Pasqua, con il suo importo che veleggerà grosso modo attorno ai 40 miliardi di euro, conterrà - ormai viene dato per sicuro - l’aumento da 600 a 800 euro proprio del contributo per gli autonomi e il reddito d’emergenza per chi è privo di ogni copertura oppure lavora 'in nero'. Oltre, probabilmente, all’assegno per i figli fino a 14 anni su cui sta lavorando Elena Bonetti (Iv), ministra della Famiglia. «Ci saranno misure di protezione sociale» per le famiglie, ha confermato Conte.

Una novità di ieri riguarda due categorie di particolare utilità sociale, ma finora rimaste ignorate dalle prime misure di sostegno: colf e badanti, in tutto circa 860mila lavoratori solo quelli regolari (più altri 1,2 milioni stimati al lavoro senza contratto). È rivolto a loro l’annuncio dato da Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro, durante una video conferenza con i sindacati e con le associazioni Domina, Federcolf, Assindatcolf e Fidaldo: il governo prevederà «una forma di ammortizzatore sociale – ha detto Catalfo – per le lavoratrici e i lavoratori del settore, tutelandoli anche in caso di malattia o di quarantena».

Si sta pensando a una sorta di cassa integrazione in deroga, dalle procedure fortemente semplificate rispetto alla procedura ordinaria per le aziende, a uso e beneficio delle famiglie che sono i loro datori di lavoro. Ancora in bianco è l’ammontare delle risorse necessarie, il calcolo non è semplice. Ma i 3 miliardi di finanziamento ipotizzato finora per fronteggiare le situazioni di indigenza estreme potrebbero a questo punto non bastare più, dicono i sindacati. E questo rischia di scoprire la 'coperta' su un altro versante, come quello dell’assegno diretto per i nuclei con figli, dove la ministra Bonetti ipotizza un 'fabbisogno' di 5 miliardi circa. Già oggi, ha ricordato comunque la ministra Catalfo, i datori di lavoro di colf e badanti possono usufruire della sospensione dei versamenti previdenziali.

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