mercoledì 27 giugno 2018
Accordo dopo una lunga, tesa riunione. il Comune voleva i 40mila euro che ritiene dovuti. La Caritas andrà in giudizio
La protesta dei disabili seguiti dalla Caritas di Benevento

La protesta dei disabili seguiti dalla Caritas di Benevento

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Alla fine era questione di soldi. Per un pugno di euro, quarantamila, il Comune di Benevento era pronto a mettere (fra tre giorni) in strada i quarantacinque ragazzi seguiti dal centro sociale polifunzionale per disabili È più bello insieme” della Caritas diocesana. Legittimando – ufficialmente - lo “sfratto” con irregolarità certificate da un verbale dei carabinieri del Nas, delle quali nel verbale stesso non c’è traccia.

La buona notizia è che i ragazzi in strada non finiranno. Sancita dall’incontro di stamane fra il sindaco, Clemente Mastella, il direttore della Caritas beneventana, don Nicola de Blasio, un paio di assessori e i rispettivi tecnici. Un paio d’ore tese, durante le quali s’è rischiato più volte saltasse tutto. L’ispezione dei Nas non è un problema, lo si è subito capito. In una città dove i servizi sociali sono praticamente e quasi interamente delegati proprio alla Caritas e alle associazioni che le sono legate, da Palazzo Mosti si bussa a soldi.

Così il Comune ha puntato i piedi (anche innervosito dalla campagna in difesa del Centro innescatasi sui social e sui mezzi d’informazione) perché ritiene di dover intascare dalla Caritas appunto quarantamila euro, quest’ultima è altrettanto certa di non doverli versare. Alla fine si è trovato un accordo, i quarantamila finiranno in ventiquattro rate nelle casse comunali (appena il Comune avrà cancellato, nero su bianco, la chiusura dei locali che ospitano il centro polifunzionale, prevista per sabato 30 giugno). Saranno pagati personalmente dal sacerdote (trentasettemila) e dal sindaco (tremila).

Contava solo salvare i ragazzi», ha spiegato don De Blasio. E Mastella ha aggiunto: «Paghiamo noi, ma non li mandiamo in strada». Toccherà però al Tribunale stabilire se realmente quei soldi sono dovuti o meno, perché la Caritas ricorrerà in giudizio. Secondo l’organizzazione sono già stati saldati con le attività svolte per la collettività attraverso la compensazione dei servizi ai
disabili senza voucher.

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