sabato 11 luglio 2020
Il governo martedì in Aula. Toccherà al ministro Speranza spiegare in Parlamento la proroga del Dpcm
Stato d’emergenza, caso politico

Ansa

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La data non è ancora fissata ma la scelta è già presa: il Parlamento voterà sulla proposta del premier Conte di prolungare a fine anno lo stato d’emergenza. Tutto sembra scritto. Anche il pronostico: la linea di Palazzo Chigi otterrà il via libera delle Camere. È Nicola Zingaretti a fare chiarezza qualora ce ne fosse bisogno: «Il Pd è pronto a sostenere qualsiasi scelta del governo utile a contenere la pandemia», chiarisce il segretario Pd che, con la sinteticità di <+CORSIVO50>Twitter<+TONDO50>, dice che «chi nel mondo non lo ha fatto sta pagando un prezzo drammatico». Capitolo chiuso con qualche giorno di anticipo, ma la presidente del Senato, commentando indiscrezioni della mattinata su un possibile voto già martedì, "regala" alle telecamere una importante annotazione: «Mi auguro sia l’inizio di una democrazia compiuta perché in Parlamento e al Senato siamo ormai gli invisibili della Costituzione». Nelle ore che seguono però da Palazzo Chigi arriva il chiarimento: martedì si voterà in Parlamento sulle comunicazioni del ministro Roberto Speranza sul nuovo Dpcm, destinato a prorogare le norme anticontagio in scadenza il 14 luglio. Per la proroga dello stato d’emergenza, che scade il 31 luglio, è invece necessario non un Dpcm ma una delibera in Consiglio dei ministri, su cui il premier Giuseppe Conte riferirà in Parlamento.

Al di là della tempistica, il tema vero è uno: lo scontro che non cala sulla proroga dello stato d’emergenza. «Non esiste nessun motivo per prorogare», dice il presidente di Noi con l’Italia Maurizio Lupi. «Esiste, ma con perimetri ben delineati», avverte il presidente dei senatori dem Andrea Marcucci. Il Pd non molla il premier ma il tema scuote la maggioranza. Davide Faraone, capogruppo dei senatori Iv, non lesina infatti critiche a Palazzo Chigi. «La proroga dello stato di emergenza fino a fine anno rappresenta un problema enorme per la nostra economia, che stava piano tornando a una seminormalità», avverte il capogruppo renziano che chiosa: «Francamente le decisioni del presidente Conte lasciano interdetti per vari motivi... Come troppo spesso è accaduto negli scorsi mesi, il premier confonde le conferenze stampa con le aule parlamentari». Ma è la capogruppo Boschi a dare la linea politica: «La nostra posizione come Italia Viva è sempre stata molto chiara, quando si tratta di limitare le libertà dei cittadini, anche se per motivi di salute, per tutelare tutti noi, occorre che il governo si faccia guidare dal Parlamento». Poi ecco i dubbi di Leu con Stefano Fassina che non nasconde di ritenere «preoccupante la proroga dello stato di emergenza proposta dal governo, sia per le implicazioni sul terreno sanitario, economico e sociale, sia sul terreno democratico».

Fanno pensare i dubbi che agitano la maggioranza. Più scontata la linea dell’opposizione. Salvini sfida il governo: invece di «rinnovare lo stato di emergenza, allungandolo fino a fine anno» si concentri su «lavoro, libertà, salute e sicurezza». E Calderoli, sempre dal fronte Lega, sferra il secondo colpo: «Con l’emergenza Covid, il governo si è indebitamente appropriato di pieni poteri straordinari attribuibili, come previsto dall’articolo 78 della Costituzione, solo nello stato di guerra, stato che deve essere deliberato dalle Camere. Quindi il governo si è mosso fuori dal solco della Carta costituzionale». E da Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, arriva l’attacco più duro: «Conte voleva un blitz. Consiglio dei ministri lampo, magari notturno; stato di emergenza prorogato al 31 dicembre; pieni poteri confermati al presidente del Consiglio. Punto. La levata di scudi delle opposizioni ha stoppato questo maldestro tentativo, adesso la decisione dovrà essere presa dal Parlamento. Ai 5 Stelle non chiediamo niente, sarebbe pretendere troppo, ma ci rivolgiamo invece a Partito democratico e Italia Viva, affinché dicano "no" a questa inutile incoronazione pretesa da Conte. Fermo restando il livello di guardia, da tenere alto rispetto al Covid, non è più accettabile un premier che si atteggia a capo assoluto della Repubblica italiana. Siamo una democrazia matura, non abbiamo bisogno di snaturare le nostre istituzioni per affrontare la coda della pandemia».


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