giovedì 22 maggio 2014
Niente condanna, anzi è probabile che il 3 giugno il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa elimini la "forte riserva" sulle condizioni delle carceri italiane. VAI AL DOSSIER
Orlando: «Carceri, numeri sotto controllo»
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Niente condanna, anzi è probabile che il 3 giugno il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa elimini la "forte riserva" sulle condizioni delle carceri italiane. Una "riserva" attivata dalla dura sentenza -pilota “Torreggiani più altri” dell’8 gennaio 2013, con la quale la Corte europea dei diritti dell’uomo (emanazione del Consiglio) condannò l’Italia a risarcire con 100mila euro ciascuno sette detenuti perché erano stati reclusi in celle troppo piccole, senza acqua calda, non adeguatamente ventilate e illuminate. Insomma, missione “quasi compiuta” quella del ministro della Giustizia Andrea Orlando, oggi a Strasburgo per esporre al presidente della Corte Dean Spielmann il lavoro fatto finora contro il sovraffollamento carcerario. “Quasi”, perché anche se a Strasburgo hanno riconosciuto che "l’Italia sta andando nella giusta direzione" (parole del vicesegretario del Consiglio Gabriella Battaini Dragoni), verrà comunque mantenuto un monitoraggio costante sull’attuazione delle misure prese e soprattutto sui risultati. Mercoledì prossimo scadeva il termine ultimo concesso dalla Corte al nostro Paese per mettersi in regola con i prescritti parametri di vivibilità delle strutture penitenziarie. Ma a questo punto il rischio di una valanga di condanne a risarcire migliaia di detenuti (sono oltre 6.800 i ricorsi presentati) è quanto meno congelato. Orlando, tuttavia, resta cauto: "Ho illustrato le innovazioni normative e amministrative che a nostro avviso consentiranno al Paese di uscire dalla situazione di emergenza. La Corte ci ha ascoltato e poi si dovrà pronunciare".
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