mercoledì 1 marzo 2017
L'esponente radicale Marco Cappato sarà interrogato dal pm Siciliano per aver aiutato Dj Fabo a morire. L'ultima lettera del 40enne: ho perduto il senso della mia vita
Il dj morto in Svizzera, indagini per aiuto al suicidio
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Marco Cappato è indagato per aiuto al suicidio in relazione alla morte di Dj Fabo e a seguito dell'autodenuncia di ieri davanti ai Carabinieri. Il pm di Milano Tiziana Siciliano, da quanto si è saputo, ha intenzione di interrogarlo alla presenza di un legale. In particolare, a Cappato viene contestata la parte del reato in cui si stabilisce che deve essere punito chi "agevola in qualsiasi modo l'esecuzione" del suicidio.

Ieri Cappato si era presentato intorno alle 15 alla stazione dei Carabinieri della compagnia Duomo di Milano, ad autodenunciarsi per aver accompagnato Fabiano Antoniani in Svizzera, nella clinica dove si sono compiute le ultime ore della sua vita. Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, prima di entrare negli uffici dell'Arma aveva spiegato: "Io non ho girato la testa dall'altra, mi sono preso le mie responsabilità. Anche lo Stato italiano deve prendersi le sue responsabilità". Traduzione: la sua mossa era un modo (riuscito) per finire sotto processo per avere aiutato a morire l'uomo, tetraplegico a causa di un incidente stradale, in modo da andare in tribunale e dire le sue ragioni, peraltro già ampiamente note. La battaglia l'esponente radicale vorrebbe trasferirla nelle aule parlamentari dove si dibatte della legge sul fine vita.


Ieri intanto è stato diffuso il testo di una lettera-testamento che Dj Fabo ha lasciato all'associazione Coscioni per spiegare il senso e lo scopo della sua decisione: "Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione, non trovando più il senso della mia vita ora. Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia", scrive senza mezzi termini. Per questo si è rivolto all'associazione: per difendere, scrive, "il diritto sacrosanto di morire". Il corpo di Fabiano sarà cremato al Krematorium Nordheim; oggi l'ultimo saluto della madre all'obitorio di Zurigo, in Kaferholzstrasse. Un amico d'infanzia milanese di Fabo, Riccardo C., ha raccontato di avere visto l'ex dj il giorno prima che partisse per la Svizzera. "Mi ha detto 'ciao, questo dolore non mi dà tregua per fortuna sta per finire'. Io e gli altri amici eravamo spesso da lui e sapevamo da tempo della sua decisione", ha detto ancora Riccardo.


Nella stessa struttura in cui si è spento Fabiano, la Dignitas di Forck, pochi chilometri da Zurigo, è morto ieri a mezzogiorno un pensionato veneziano di 65 anni, Gianni Trez, assistito dalle moglie Emanuela Di Sanzo e dalla figlia. L'uomo era malato da due anni. Ogni anno dall'Italia vanno in Svizzera a cercare il suicidio assistito dalle 50 alle 150 persone, a seconda delle fonti. Dopo Fabo e Trez, altre due persone sono in procinto di accedere ai servizi delle cliniche per l'eutanasia, aiutate economicamente e materialmente dai radicali, che gestiscono un sito che raccoglie segnalazioni e fornisce informazioni e assistenza.

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