mercoledì 12 agosto 2020
Al posto dei giardini uno spiazzo di calcestruzzo ricoperto di "asfalto natura" colore rosa e crema. Un'altra picconata alla tipicità e unicità di questo territorio, sempre più standardizzato in basso
Quanto lavoro per sistemare dei giardini pubblici

Quanto lavoro per sistemare dei giardini pubblici - Comitato Bocca di Magra

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Per Bocca di Magra questa estate lascerà un segno profondo. In negativo. Un altro pezzo del suo paesaggio è stato distrutto. I giardini pubblici sul lungofiume, disegnati dall'architetto Luisa Castiglioni a prato ombreggiato da sette grandi alberi, sono stati invasi dalle scavatrici e dalla betoniere. Il Comune di Ameglia, in provincia di Spezia, ha deciso di tagliare le piante, togliere prato e terra e cementificare tutto. I lavori sono iniziati a giugno e a metà agosto sono ancora in corso. In piena stagione balneare. I turisti, reduci da tre mesi di lockdown, sono stati accolti dai lavori in corso: ruspe, camion, rumore e polvere. Spariti anche i giochi per i bimbi. E anche il porticciolo sta attraversando un periodo di crisi, in attesa, tra un ricorso e l'altro al Tar, di tornare ad essere più lindo e accogliente anche per chi desidera passeggiare sui moli. La spiaggia libera poi avrebbe bisogno di maggiori cure.

Torniamo a i giardini. Solo un albero è sopravvissuto, un eucalipto, ma solo grazie alla "furia" di un gruppo di abitanti che ha fatto irruzione nel cantiere quando si sono accorte (erano tutte donne) dello scempio in atto. Dopo la colata di cemento verrà steso un "asfalto natura" (termine che fa sorridere) colorato, rosa e crema. Verranno piantati dei gelsi, che con il paesaggio del fiume Magra poco c'entrano, e delle tamerici. In passato la gente del posto aveva chiesto la realizzazione nei giardini di una fontanella per dissetarsi, invece dovrebbe arrivare una fontana ornamentale, definita scenografica.

Alcuni abitanti del borgo protestano dopo avere visto abbattere sei alberi e arrivare le scavatrici. Sono riusciti a salvare solo un eucalipto

Alcuni abitanti del borgo protestano dopo avere visto abbattere sei alberi e arrivare le scavatrici. Sono riusciti a salvare solo un eucalipto - Comitato Bocca di Magra

Gli abitanti del borgo, una volta abitato da pescatori, non hanno condiviso le scelte dell'amministrazione comunale e hanno costituito il Comitato di Bocca di Magra, per tentare di ridurre l'impatto distruttivo sul paesaggio di questo intervento. E se possibile prevenire altre iniziative, in quanto hanno saputo che i lavori di trasformazione del borgo andranno avanti con nuovi interventi. "Quali e come?", hanno chiesto, ma non hanno avuto alcuna risposta. Ma addirittura neppure la disponibilità dimostrata da un gruppo di professionisti ed esperti a collaborare con il sindaco e con il progettista, l'architetto paesaggista Lunardini, per proposte migliorative è stata colta (primo firmatario della proposta è il professor Paolo Ceccarelli, già rettore dello Iuav di Venezia, architetto e cattedra Unesco in “Pianificazione urbana e regionale per lo sviluppo locale sostenibile” all’Università di Ferrara).

Il comitato sta poi cercando di raccordarsi agli abitanti di Fiumaretta, l'altra frazione di Ameglia posta sulla riva opposta del fiume Magra. Qui sono stati abbattuti non molto tempo fa 62 pini, di cui solo una decina malati. Un'altro colpo a quello che era il paesaggio di questo splendido e particolare angolo di Liguria. Il comitato, quindi, vuole allargare il dibattito sulla salvaguardia della foce del Magra.

È stato interessato anche l'assessore regionale ai Lavori pubblici e alla Difesa del suolo, Giacomo Raul Giampedrone, già sindaco di Ameglia e considerato braccio destro del governatore Giovanni Toti. Ma questi si è in pratica sfilato affermando che la Regione ha finanziato i lavori, ma la modalità della realizzazione è interamente responsabilità del Comune di Ameglia.

Qualcuno potrebbe pensare che in fondo la distruzione di un giardino pubblico è ben poca cosa, ma in realtà è attraverso iniziative di questo tipo che sta andando avanti la sistematica deturpazione del paesaggio italiano, fatto di armonie complesse, sintesi del lavoro dell'uomo e della natura nei secoli. Come ha osservato l'architetto Ceccarelli il caso di Bocca di Magra è un caso locale che rappresenta però un esempio nazionale e non solo. Questo infatti è un luogo che presenta connotazioni di un paesaggio tipico italiano che stiamo distruggendo.

La colata di cemento è gettata

La colata di cemento è gettata - Comitato Bocca di Magra

Bocca di Magra, anni fa, ha anche dovuto subire un'altra radicale trasformazione con la realizzazione di un porto turistico, peraltro rapidamente decaduto e che ha visto entrare in azione anche la magistratura, che ha distrutto una spiaggia e il porticciolo della comunità locale. Non solo, ancora prima quello che restava del porto dell'antica villa romana di Bocca di Magra, tenuta anche questa abbastanza male, è stato inglobato e nascosto in un edificio balneare. Un po' di abusivismo e diversi pini tagliati hanno fatto il resto. Lungo il fiume, su entrambe le rive, si sono cementificati gli argini con muri molto evidenti, finalizzati a fermare le esondazioni con interventi forse poco meditati. Ciliegina sulla torta l'inquinamento del fiume Magra, per secoli e secoli fonte di pesce dalla qualità rinomata e oggi diventato una sorta di grande porto turistico diffuso. Già negli anni Ottanta Italia Nostra pubblicò un libro dal titolo chiarissimo: "Salviamo il fiume Magra", un grido rimasto inascoltato nei fatti. E chi frequenta questa terra fin dagli anni Sessanta è testimone di quanta bellezza è stata dissipata.

Ma a Bocca di Magra non ci si arrende. Sulla scia della protesta per questa cementificazione sono stati avviati i lavori del progetto “Terre di confine e spazi in trasformazione”, un laboratorio partecipato per la tutela ambientale e la valorizzazione sostenibile del territorio del fiume Magra e dei suoi contesti, diretto da un Comitato scientifico presieduto dal professor Paolo Ceccarelli, con la direzione scientifica della professoressa Elena Dell’Agnese, geografa e presidente del corso di laura magistrale in “Turismo, territorio e sviluppo locale” all’Università di Milano-Bicocca, direzione artistica della dottoressa Marzia Ratti, storica dell’arte, e coordinamento di Gregorio Taccola, ricercatore e storico all’Universita di Milano-Bicocca.





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